CLIMATE CHANGE

L’Agenzia Spaziale Europea al lavoro sul “gemello digitale” della Terra

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Realizzato grazie a un mix tra dati satellitari e terrestri, il Digital Twin Earth consentirà di monitorare gli effetti del cambiamenento climatico, prevederne l’evoluzione e contribuire a definire azioni chiave per invertire il trend

Pubblicato il 04 Ott 2021

L’Agenzia Spaziale Europea al lavoro sul “gemello digitale” della Terra
Simulare il pianeta per immaginarne il possibile futuro. Mettere insieme tutti i dati che ci vengono dai satelliti, sia in real time che storici, con i dati terrestri che sono fondamentali in un grande “calderone” di computazione grazie ai supercomputer e all’intelligenza artificiale e arrivare a fare un modello digitale della terra. Che deve essere preciso, dinamico e che ci permetta non solo di monitorare cosa sta succedendo o capire cosa è successo negli ultimi anni ma anche di prevedere l’evoluzione. E dare questo strumento a dei decision makers che siano visionari, che abbiano una visione per il bene del pianeta. È l’obiettivo del grande programma Digital Twin
Earth di cui ha parlato oggi Elena Grifoni-Winters, Capo Gabinetto del direttore generale dell’Agenzia spaziale europe (Esa), nel corso dell’evento – “Il pianeta che cambia – Uno sguardo dall’alto” – organizzato da Esa, Agenzia Spaziale Italiana (Asi)
e Università di Milano, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, parte delle iniziative nell’ambito della Pre-Cop.Si tratta di un programma “estremamente complesso” che “non potrà essere solo europeo ma globale”, perché il cambiamento climatico è un problema globale, per il quale serviranno “decine di miliardi di euro e che si svilupperà nella prossima decade e
sarà quindi pronto tra 10 e più anni”.
“Avremo bisogno di tecnici, scienziati, ingegneri, di ragazzi che abbiano motivazione a studiare materia scientifiche per costruire un futuro sostenibile e di pace”.

Perché, ha aggiunto, gli strumenti spaziali offrono dati di osservazione fondamentali, ma “osservare non basta più. Bisogna fare qualche cosa di nuovo, mettere insieme dei sistemi che ci aiutino a ridurre o almeno a contenere questa evoluzione pericolosa del nostro clima”.

Grifoni-Winters ha ricordato che l’Esa è il portale dell’Europa nello spazio a tutto campo e che l’Italia, oltre a essere il terzo Paese finanziatore, offre un importante contributo intellettuale fatto di scienza e di tecnologia. Il budget annuale che l’Europa investe nello spazio è di 6,5 mld di euro, pari a un costo di 12 euro l’anno per ogni cittadino europeo.

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