LA COLLABORAZIONE

Microsoft con Noaa per il cloud satellitare: ecco come nasce la ground-station-as-a-service

L’ente meteorologico statunitense e il gigante dell’informatica hanno dimostrato che è possibile portare i dati raccolti in orbita direttamente all’operatore, rendendo virtuali le stazioni terrestri

24 Giu 2022

Nicola Desiderio

Noaa

I dati di osservazione della Terra possono utilizzare il cloud per arrivare nel migliore dei modi dai satelliti direttamente ai terminali dell’operatore permettendogli di concentrarsi sulle infrastrutture e le attività di osservazione nello spazio senza aver bisogno di strutture a Terra. Lo dimostra l’esperimento compiuto dal National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e Microsoft dopo oltre un anno di lavoro.

Dal cielo ai terminali, senza centrali di controllo

L’esperimento ha coinvolto il satellite Noaa-18, operativo da 17 anni, e la stazione di Terra Azure Orbital di stanza a Quincy, nello stato di Washington che ha introdotto direttamente nel cloud Azure i dati provenienti dall’orbita rendendole fruibili dalla piattaforma di controllo Xplore’s Major Tom in piena sicurezza. “Combinando Azure Orbital con la piattaforma di controllo software Xplore’s Major Tom della missione, Noaa è stata in grado di trasmettere in modo sicuro comandi alla sua navicella orbitante e verificare il loro avvenuto ricevimento quasi in tempo reale” ha affermato Stephen Kitay, senior director di Microsoft Azure Space. “Ciò che questo permette ai nostri clienti di fare è di dover pagare, invece di un’intera struttura dedicata, solo il servizio del quale hanno bisogno. Noaa è così in grado di proseguire la sua normale operatività con i propri satelliti senza ingenti investimenti per le proprie infrastrutture di Terra”.

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Il GroSaaS (ground-station-as-a-service)

Quanto sperimentato da Microsoft e Azure apre il mercato del cosiddetto “ground-station-as-a-service” virtualizzandolo grazie al cloud. A questo penseranno, come già accade per innumerevoli servizi, i server di Mountain View. Per Noaa, la possibilità di gestire al meglio tutti i dati e di poter indirizzare il proprio budget allo sviluppo di satelliti e payload sempre più sofisticati e potenti per osservare il Pianeta. Il Noaa si sta già muovendo in tale direzione preventivando una nuova generazione di satelliti e di sistemi informativi interpellando aziende in grado di gestire le operazioni dei satelliti Noaa-15, Noaa-15 e Noaa-19 in orbita polare.

L’esempio Noaa e il futuro ibrido

Quanto sperimentato dal Noaa potrebbe spingere anche altre agenzie governative verso la gestione in cloud dell’acquisizione e della gestione dei dati. “Se dovessi fare una previsione sul futuro – ha aggiunto Kitay – il futuro è un’architettura ibrida dove il governo ha applicazioni e missioni governative specifiche, ma che può contare anche su tecnologie commerciali e sull’integrazione di tali tecnologie all’interno di missioni che stanno svolgendo”. Inoltre, grazie all’intelligenza artificiale e alla potenza di elaborazione di Microsoft, esiste evidentemente un potenziale di analisi per le previsioni meteo che sicuramente sarà vagliato.

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