IL PROVVEDIMENTO

Nasa, via libera dal Congresso Usa per Iss fino al 2030

Previsto anche il potenziamento di Artemis, dei Neo, dell’astrofisica, dei sistemi di propulsione e produzione dell’energia e di altre discipline legate allo spazio. Le misure sono all’interno del Chips and Science Act

01 Ago 2022

Nicola Desiderio

Capitol Hill Congres

La Nasa ha ottenuto i finanziamenti che le permetteranno di mantenere la Stazione Spaziale Internazionale fino al 2030, potenziare Artemis e portare avanti altri importanti programmi spaziali. Dopo il voto del 20 luglio scorso al Senato (con 64 favorevoli e 33 contrari), il 28 è arrivato anche quello del Congresso (243 favorevoli e 187 contrari) per il provvedimento che è contenuto all’interno del cosiddetto Chips (Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors) and Science Act, lo strumento legislativo con il quale gli Stati Uniti stanziano 52 miliardi di dollari per potenziare la produzione domestica dei semiconduttori, colmare la forte carenza e invertire il processo di delocalizzazione verso Cina, Taiwan e Corea del Sud.

La prima volta dopo cinque anni

Si tratta del primo provvedimento di sostegno alla Nasa dal 2017 a questa parte e, sebbene non preveda un budget specifico, dà in pratica il via libera al denaro già stanziato a favore della Nasa per il 2023 e fornisce la base per chiedere altri aumenti anche per i bilanci di spesa successivi. Trattasi insomma di un escamotage procedurale al quale i politici statunitensi hanno lavorato per mesi con l’obiettivo di raggiungere un compromesso accettabile in sede di voto dove, tuttavia, è venuto alla fine a mancare il sostegno di alcuni deputati repubblicani i quali hanno indicato nelle nuove spese una fonte per nuove tasse a sfavore dei cittadini.

La Iss estesa fino al 2030

Quel che è sicuro è che il Chips dà il via libera per protrarre il programma della Iss da settembre 2024 a settembre 2030 e vi riesce dopo molti tentativi bloccati sia in sede di commissione sia al momento del voto. Sono previsti due rapporti: uno preventivo di fattibilità tecnica ed un altro che riguarda i partner commerciali per tutelare, in ogni caso, gli obiettivi di sicurezza e scientifici evitando qualsiasi interferenza operativa. Il Chips è invece molto più preciso ed articolato su Artemis. Indica la costituzione di un Moon to Mars Program Office all’interno dell’Exploration Systems Development Mission Directorate per supervisionare il Moon to Mars Program e prevedere missioni umane sul Pianeta Rosso in partenza dalla Luna.

Un ufficio per i viaggi dalla Luna a Marte

Questo ufficio sarebbe affidato ad un direttore responsabile per tutte le iniziative Artemis che riporti al responsabile per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione. Tra questi, si parla di elementi ben noti come: Space Launch System (Sls), Lunar Gateway, Exploration Ground System, Human Landing System, tute spaziali e altro ancora, e ovviamente di Orion che rappresenta la seconda missione di Artemis ed è prevista non prima del 2024. La novità è che per Orion sono previste almeno due missioni all’anno fino alla fine del decennio invece di una e neppure in tutti gli anni.

Mobile Launcher da rivedere e un secondo lander

Si parla inoltre della versione Block 1B dell’Sls, dotata del modulo di esplorazione superiore più esteso, che deve essere pronto per la missione Artemis 4 nel 2027. Il Chips dà inoltre indicazione alla Nasa per un rapporto sul Mobile Launcher 2, il cui sviluppo ha subito slittamenti e aggravi di costo vari, e per effettuare almeno un volo senza equipaggio con lo Human Landing System, un componente per il quale il Senato aveva addirittura suggerito di approntare un secondo lander autorizzando un budget di 10 miliardi di dollari. In realtà, la Nasa è già al lavoro per entrambe le opzioni.

Una nuova stagione per l’astronomia

Il Chips dà aggio anche ad una nuova generazione di nuovi osservatori dando mandato alla Nasa di “perseguire un ambizioso programma di astrofisica che faccia incontrare la visione scientifica della comunità astronomica con la capacità trasformativa dell’innovazione tecnologica”. All’agenzia è demandata anche la definizione dei costi e dei tempi necessari per un siffatto programma. Viene inoltre creato formalmente il Planetary Defense Coordination, ovvero l’attività di osservazione e controllo per i cosiddetti Neo (Near Earth Object) che ora è svolta all’interno della divisione dedicata alla scienza planetaria. Su questo specifico tema, il Chips sollecita la Nasa ad essere più solerte e a farne una priorità, più di quanto prevedesse in precedenza, quando aveva invece suggerito di ritardare il Neo Surveyor di due anni per dare la precedenza ad altri progetti.

Il controllo dei Neo diventa strategico

Il legislatore statunitense dunque ha in grande considerazione gli asteroidi, non solo per il pericolo potenziale, ma probabilmente anche per altre due ragioni: i benefici economici derivanti dallo sfruttamento dei minerali e il fatto che anche la Cina, dopo l’avvio della missione Dart insieme all’Esa, abbia avviato programmi che riguardano i Neo per il 2026. Le agenzie occidentali hanno dunque accumulato un vantaggio di 4 anni che non deve essere vanificato. Il Chips parla inoltre di sistemi di produzione di energia nucleare e di propulsione nello spazio in particolare per quelli destinati alle navicelle dirette su Marte, sia cargo sia per trasporto umano.

Tempi accorciati per trasporti su Marte

L’orizzonte temporale per il primo tipo è entro questo decennio, successivamente per l’altro. Anche in questo caso, il legislatore spinge ad accorciare i tempi poiché la Nasa non ha previsto trasporti cargo verso Marte entro il 2030. Altrettanto interessante è il mandato alla Nasa di costituire un ufficio di analisi e valutazione indipendente per effettuare accertamenti tecnici e formulare piani strategici. La Nasa ha creato lo scorso anno l’Office of Technology, Policy and Strategy che dovrebbe già avere questi compiti, ma evidentemente il legislatore vuole potenziare queste funzioni, soprattutto in vista dell’ampliamento dei programmi spaziali. Attenzione infine alla mitigazione degli effetti dell’inquinamento spaziale sull’attività astronomica e alle ricerche nel campo della microgravità.

Nasa e industria soddisfatte

Ovviamente soddisfatto Bill Nelson: “Questo provvedimento – ha dichiarato l’amministratore dell’agenzia spaziale americana – dimostra il supporto continuo da entrambi gli schieramenti alle numerose missioni della Nasa, incluse quelle verso la Luna e Marte, così come l’estensione della partecipazione statunitense alla Stazione Spaziale Internazionale fino al 2030”. Anche il mondo dell’industria plaude: “È incoraggiante vedere il Congresso mettere al primo posto il potenziamento tecnologico, infrastrutturale e occupazionale della Nasa durante questa legislatura – ha dichiarato Eric Fanning, presidente della Aerospace Industries Association – anche attraverso l’autorizzazione di programmi chiave che includano Artemis, l’estensione della Iss, dimostratori di aviazione sostenibile, sistemi nucleari spaziali e un’ampia gamma di missioni”.

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