Perché l’atmosfera più esterna del Sole, chiamata corona, è molto più calda della sua superficie? Che cosa accelera il vento solare, ossia il flusso di particelle cariche espulse dalla nostra stella che investe anche la Terra? Questi sono solo alcuni dei grandi quesiti a cui la fisica solare contemporanea sta cercando di rispondere da più di mezzo secolo. Le prime evidenze dirette stanno arrivando però solo da pochi anni, e questo grazie alle missioni Parker Solar Probe di Nasa, lanciata nel 2018, e Solar Orbiter di Esa, decollata nel 2020; due sonde spaziali che si stanno letteralmente tuffando nel Sole, arrivando dove nessuna prima di loro si è mai spinta.
Solar Orbiter è la sonda spaziale che ha portato dei telescopi più lontano che mai dalla Terra, fino a 43,5 milioni di km dalla superficie del Sole; la missione Parker, invece, ha siglato il 24 dicembre 2024 il record assoluto di avvicinamento al Sole, volando a 6,1 milioni di chilometri sopra la superficie del Sole e toccando la sua atmosfera, il tutto senza subire alcun danno.
la rubrica asi
Deep space: Esa e Nasa insieme alla scoperta del Sole
Le missioni “Parker Solar Probe” dell’agenzia spaziale statunitense e “Solar Orbiter” di quella europea puntano ad avvicinarsi il più possibile alla stella per svelarne tutti i misteri. Il responsabile di programma Asi Marco Stangalini: “Vogliamo capire cosa avviene nell’atmosfera del Sole e l’impatto di questi processi nello spazio interplanetario”

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