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La scure di Trump sulla Nasa: budget tagliato di un quarto



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Ridotti da 24,8 miliardi di dollari a 18,8 miliardi i fondi all’Agenzia spaziale per il 2026. Programma Artemis da ripensare. Serve l’ok del Congresso, ma la Casa Bianca vuole risparmiare soldi pubblici lasciando campo libero ai privati: SpaceX in testa. Addio al progetto Lunar Gateway con Thales Alenia Space Italia che ha già consegnato il modulo lunare Halo

Pubblicato il 5 mag 2025



Donald-Trump

L’amministrazione Trump taglierà il budget della Nasa di un quarto nel 2026, scendendo dagli attuali 24,8 miliardi di dollari a 18,8 miliardi. La riduzione dei fondi governativi del 25% si abbatterà sul programma Artemis. L’Agenzia spaziale americana dovrà ripensare il piano per riportare gli astronauti sulla Luna entro il 2030. I tagli peseranno anche sulla ricerca scientifica, sul razzo lunare Sls (Space Launch System) e sulla navicella Orion. Cancellato da subito il progetto Gateway, la piccola stazione spaziale da costruire in orbita lunare, con l’Italia protagonista.

Coinvolgere i privati

È vero che il budget della Nasa deve essere approvato dal Congresso. Ma dalla Casa Bianca hanno già fatto trapelare che l’Agenzia spaziale avrà meno finanziamenti a disposizione per il prossimo anno rispetto a quanto stanziato per il 2025. L’imperativo del presidente Donald Trump è un approccio allo Spazio più “sostenibile ed economico” per la casse pubbliche per lasciare un maggior margine d’azione ai privati.

Per la Planetary Society, un’organizzazione non profit che promuove l’esplorazione spaziale, si tratterebbe del più grande taglio annuale nella storia della Nasa.

Parola d’ordine: risparmio

Nel documento che riferisce della “cura dimagrante” per il bilancio di previsione della Nasa si legge che il lanciatore Sls “da solo costa 4 miliardi di dollari a lancio e supera il budget del 140%“. Da qui, la proposta per finanziare un programma “per sostituire i voli Sls e Orion verso la Luna con sistemi commerciali più convenienti che supporterebbero successive missioni lunari più ambiziose”.

Aziende in pole position

Secondo indiscrezioni, questi sistemi commerciali sarebbero presumibilmente forniti da SpaceX di Elon Musk e da Blue Origin di Jeff Bezos, entrambe già al lavoro su lander lunari con equipaggio da utilizzare nelle missioni Artemis e su razzi che potrebbero portare gli astronauti molto lontano nello Spazio: Starship per SpaceX e New Glenn per Blue Origin.

Cosa cambia per Artemis

Se il Congresso approverà la diminuzione di 6 miliardi di dollari per la Nasa nel 2026, i prossimi due voli del Sls e della capsula Orion saranno gli ultimi. Ricordiamo che Artemis 2, il cui lancio è previsto per la primavera del 2026, invierà quattro astronauti attorno alla Luna, mentre Artemis 3 farà atterrare degli astronauti vicino al polo sud della Luna nel 2027, se tutto andrà secondo i piani. Dopo quest’ultima missione, razzo e navicella verrebbero ritirati.

Addio Lunar Gateway

Addio invece al progetto Lunar Gateway. La Nasa aveva previsto di assemblare la stazione in orbita lunare nel 2027. E per centrare questo obiettivo sono stati compiuti significativi progressi. Per esempio, il modulo abitativo principale della stazione, noto come Halo (Habitation and Logistics Outpost) è arrivato negli Stati Uniti dall’Italia: costruito da Thales Alenia Space è stato consegnato all’azienda americana Northrop Grumman.

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