ESPLORAZIONE DELL’UNIVERSO

Enigma cosmico: da una mini stella nasce un pianeta gigante



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Gli astronomi dell’Ucl e dell’Università di Warwick hanno fatto questa sensazionale scoperta. Hanno osservato un sistema che non dovrebbe esistere secondo le principali teorie sulla formazione dei pianeti

Pubblicato il 8 giu 2025



ExoplanetTOI-6894b

Una stella piccolissima ha dato vita a un pianeta gigante. E non si sa come ciò sia potuto accadere. La sola certezza è che da una minuscola stella nana rossa grande appena un quinto del Sole sia nato un grande pianeta gassoso freddo delle dimensioni di Saturno.

Lo hanno scoperto gli astronomi dell’Ucl (University College London) e dell’Università di Warwick nel Regno Unito, nell’ambito di una collaborazione globale che comprende partner in Cile, negli Stati Uniti ed in Europa.

Sensazionale scoperta

“Sono rimasto molto entusiasta di questa scoperta”, ha detto l’astrofisico Edward Bryant dell’Università di Warwick, che ha guidato il team di ricerca internazionale.

Questo enigma cosmico è stato scoperto nell’ambito di un’indagine su larga scala dei dati di Tess (Transiting exoplanet survey satellite), a caccia di pianeti giganti intorno a stelle di bassa massa.

Svelato un mistero

Pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, l’osservazione del sistema planetario più inaspettato e singolare di sempre ha suscitato meraviglia e curiosità tra gli scienziati di tutto il mondo.

Come detto, in che modo questo pianeta gassoso si sia formano non è noto. Ma certamente questa scoperta pone in dubbio teorie di formazione planetaria e statistiche sull’esistenza di altri pianeti simili nel Sistema solare.

Pietra miliare

Toi-6894b, questo il nome dell’esopianeta, ha l’86% del raggio di Giove. Con appena il 23% del raggio e il 21% della massa del Sole, la sua progenitrice Toi-6894 è la stella più piccola attorno alla quale sia stato trovato un mondo gigante.

“Non ci aspettavamo che pianeti come Toi-6894b potessero formarsi attorno a stelle di massa così bassa – ha aggiunto Bryant -. Questa scoperta sarà una pietra miliare per comprendere gli estremi della formazione dei pianeti giganti”.

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