IL CASO

Da Artemis alla scienza della Terra: Esa a caccia di partner dopo i tagli della Nasa



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L’Agenzia spaziale europea cerca nuove cooperazioni con altre nazioni, dopo che l’amministrazione Trump ridurrà i fondi all’Agenzia americana nel 2026. A rischio tanti programmi scientifici e di esplorazione in partnership tra due sponde dell’Atlantico. Aschbacher: “Stiamo analizzando l’impatto e le opzioni”

Pubblicato il 16 giu 2025



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Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa, ha lanciato l’allarme: sul tavolo si sono numerosi programmi scientifici e di esplorazione spaziale in partnership fra l’Agenzia europea e la Nasa che rischiano una cancellazione, o una riduzione, a causa dei tagli del 25% al budget dell’Agenzia americana deciso dall’amministrazione Trump per il 2026.

Tre missioni a rischio

Aschbacher ha espresso i suoi timori dopo la riunione del Consiglio dell’Esa che si è tenuta a Parigi. A confermare queste preoccupazioni anche Carole Mundell. Per la direttrice della scienza dell’Esa tre missioni delle 19 in totale in programma in collaborazione con la Nasa sarebbero in pericolo: per il rivelatore di onde gravitazionali Lisa, per l’orbiter per Venere EnVision e per il maggior osservatorio a raggi X mai progettato, NewAthena.

Opzioni alternative

“Stiamo analizzando l’impatto e le opzioni e le misure che potremmo adottare per assicurarci che gli investimenti fatti dai nostri Stati membri siano utilizzati nel miglior modo possibile – ha affermato Aschbacher -. Dobbiamo valutare da un lato quanto costi aspettare e dall’altro quanto possiamo aspettare, perché ci sono scadenze che si avvicinano e dobbiamo prendere delle decisioni importanti”.

Situazione complessa

Il direttore generale dell’Esa ha aggiunto che un complesso negoziato è in corso negli Stati Uniti per scongiurare la riduzione dei fondi alla Nasa o trovare soluzioni alternative.

“Non spetta a noi, come Esa, commentare questi negoziati o interferire, ma siamo interessati da un certo numero di settori che, almeno al momento, sono proposti per la cancellazione o la riduzione – ha precisato Aschbacher -. Ciò richiederà il congelamento di alcune attività. Non sono ancora state prese decisioni o cancellazioni perché le decisioni da parte degli Stati Uniti non sono ancora definitive”.

Si lavora al piano B

Mundell si è detta fiduciosa in una pronta reazione dell’Europa: “Stiamo valutiamo le varie opzioni per sostituire gli eventuali contributi mancanti”. Un piano B che l’Esa vorrebbe varare prima della riunione Consiglio ministeriale del prossimo novembre, in cui sarà deciso il prossimo budget triennale dell’Agenzia spaziale europea.

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