INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Detriti spaziali e sovraffollamento satellitare: l’AI può prevenire collisioni



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Nel 2025 in orbita si contano oltre 14.000 satelliti individuali e 27.000 oggetti tra satelliti inattivi, stadi di razzi e detriti più grandi. Per affrontare questa sfida, un consorzio di università e aziende, tra cui l’italiana Aiko, ha lanciato il progetto Asimov: l’obiettivo è creare un “autopilota spaziale” intelligente che può avvicinarsi, mappare e monitorare in autonomia oggetti inattivi o non cooperativi per ispezioni, manutenzione o rimozione

Pubblicato il 17 ott 2025



Progetto ASIMOV

Lo Spazio non è mai stato così affollato. A marzo 2025 si contavano oltre 14.000 satelliti individuali in orbita a cui si aggiungono 27.000 oggetti tracciati tra satelliti inattivi, stadi di razzi e grandi detriti: un incremento del 31% rispetto al 2023, che conferma la crescita esponenziale del traffico spaziale e mette in allarme la comunità scientifica. Con il sovraffollamento, infatti, aumenta anche l’inquinamento luminoso (che rende più difficile l’osservazione astronomica) e il rischio di collisioni, cyber-attacchi e interferenze nelle comunicazioni.

Autopilota spaziale

Per rispondere alle sfide del sovraffollamento satellitare, università e aziende stanno collaborando al fine di trovare soluzioni innovative basate sull’intelligenza artificiale: è così che nasce Asimov, “autopilota spaziale” intelligente capace di avvicinarsi, mappare e monitorare in autonomia oggetti inattivi o non cooperativi (come satelliti guasti) per ispezioni, manutenzione o rimozione. Il progetto è coordinato da Aiko, scaleup torinese che sviluppa software avanzati basati su Intelligenza Artificiale e automazione per applicazioni spaziali, in collaborazione con Politecnico di Milano, T4i e Tiny Bull Studio e finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Problema complesso

“Il problema del sovraffollamento spaziale è complesso e affrontarlo richiede pertanto un approccio condiviso: per questo è fondamentale la collaborazione tra aziende del settore space, università ed enti di ricerca. Solo unendo competenze diverse possiamo affrontare in modo concreto questa sfida e offrire risposte efficaci a livello internazionale, elaborando soluzioni innovative come l’autopilota spaziale. Il nostro obiettivo finale è costruire un futuro orbitale sostenibile, in cui tuteliamo l’ambiente e preserviamo l’accesso allo spazio per le generazioni a venire – dichiara Lorenzo Feruglio, ceo e co- founder di Aiko -.Vogliamo dimostrare come l’Intelligenza Artificiale sia un abilitatore chiave per ottimizzare il monitoraggio e la gestione dei satelliti, rendendo possibili operazioni di mappatura e controllo fino a poco tempo fa impensabili. L’AI non è solo uno strumento di automazione, ma una tecnologia capace di aumentare l’affidabilità e la sicurezza delle missioni, riducendo al minimo rischi e inefficienze”.

Guida automatica

“Il Politecnico di Milano contribuisce allo sviluppo degli algoritmi e gioca un ruolo centrale nelle attività di verifica con hardware-in-the-loop delle tecniche di navigazione e guida autonoma sviluppate in Asimov – commenta Michèle Lavagna, professore ordinario di meccanica del volo al Politecnico di Milano -. “Nel laboratorio Argos riproduciamo la dinamica orbitale coordinando bracci robotici, sensori ottici e modelli satellitari, acquisendo immagini in tempo reale in un ambiente che riproduce lo spazio profondo. È una frontiera nuova del controllo autonomo dei sistemi satellitari, cruciale per le future operazioni di prossimità e di in-orbit servicing”.

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