Un possibile buco nero nato non da una stella morente, ma tra due nuclei galattici in collisione diretta tra loro e incorporati in una nube di gas. Gli astronomi hanno fatto questa scoperta grazie alle immagini “catturate” dal telescopio spaziale James Webb, che è il frutto di una collaborazione internazionale tra l’Agenzia spaziale statunitense (Nasa), l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale canadese (Csa).
Il sistema, soprannominato Infinity Galaxy per la sua forma a otto, sembra ospitare tre buchi neri attivi contemporaneamente.
Uno si trova in ciascun nucleo compatto e un terzo, circa un milione di volte la massa del Sole, brilla tra di essi mentre il gas cade al suo interno.
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Infinity Galaxy
La Nasa ha reso nota questa scoperta mostrando l’immagine del Webb con due nuclei rossi compatti avvolti da anelli stellati e un’attività al centro.
Pieter van Dokkum dell’Università di Yale ha guidato l’analisi e coordinato il programma di follow-up. Il suo team ha combinato i dati del telescopio Webb, dell’osservatorio a raggi X Chandra e del Very Large Array per confermare che la sorgente centrale è attiva e in rapida alimentazione, dimostrando in modo convincente che è nata dalla stessa nube di gas tra le due galassie.
I dati suggeriscono che due galassie a forma di disco si sono scontrate frontalmente, creando due anelli gemelli di stelle e la forma di un otto.
Miliardi di anni luce di distanza
La prima analisi del team stima che il sistema si trovi a miliardi di anni luce di distanza e mostra due centri densi formati dalla collisione.
Il gas nel punto di collisione è illuminato come gas ionizzato, ovvero atomi privati degli elettroni, e quel bagliore indica la posizione del buco nero intruso. La sorgente centrale luminosa attira materiale e illumina l’idrogeno circostante.
Una posizione cruciale
Un buco nero supermassiccio di solito si trova al centro di una galassia, dove stelle e gas orbitano in un profondo pozzo gravitazionale. Qui, il motore centrale è decentrato ed entrambi i nuclei mostrano segni di alimentazione attiva.
Il segnale di accrescimento include raggi X e onde radio. La firma dell’alimentazione è visibile nei raggi X di Chandra e nei dati radio del Very Large Array, una rete di antenne radio che traccia il modo in cui la materia cade verso un buco nero.






