Il progetto Einstein Telescope, il rivelatore di onde gravitazionali di nuova generazione, fa un passo avanti decisivo: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) ha ufficialmente ricevuto l’approvazione per costituire un Centro di caratterizzazione geofisica dedicato. L’obiettivo è ricavare una mappa tridimensionale del sottosuolo della Sardegna, fondamentale per valutare la fattibilità di costruire un’infrastruttura sotterranea nel sito candidato di Sos Enattos.
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Attività nel 2026
Il nuovo Centro, la cui attività prenderà il via nei primi mesi del 2026, svolgerà rilievi elettromagnetici aerotrasportati: un elicottero dotato di un’antenna sorvolerà l’area a bassa quota, inviando onde verso il suolo che verranno riflesse e analizzate. In questo modo si ricostruiranno le caratteristiche delle rocce e dei fluidi presenti nel sottosuolo, fino a profondità di alcune centinaia di metri.
Questo lavoro servirà a interpretare le misurazioni raccolte negli anni, a dare ulteriore supporto alla scelta della Sardegna per ospitare l’Einstein Telescope e a dimostrare che la geologia locale è compatibile con la costruzione di un avveniristico osservatorio sotterraneo.
Momento decisivo
Contemporaneamente, la candidatura italiana dell’Einstein Telescope rafforza la sua struttura istituzionale: in un convegno organizzato dall’Ingv a Roma sono intervenuti i vertici scientifici dei tre enti di ricerca principali coinvolti – l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Ingv stesso – insieme a rappresentanti del Ministero dell’Università e della Ricerca, della Regione Sardegna e delle università di Cagliari e Sassari.
La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha definito il momento “decisivo” e ha affermato che l’Italia è pronta a ospitare questa infrastruttura scientifica di richiamo internazionale.
Infrastruttura cruciale
Nel suo intervento, il presidente dell’Ingv, Fabio Florindo, ha riaffermato il contributo concreto dell’istituto al progetto, soprattutto attraverso il nuovo Centro di caratterizzazione geofisica.
Secondo Michele Punturo, portavoce della collaborazione Einstein Telescope, la rilevanza del progetto va oltre la ricerca pura: “Capiamo appena il 5% dell’universo”: per avanzare in astrofisica servono infrastrutture su scala strategica, che comportano anche ricadute tecnologiche e industriali di grande portata.
Leva strategica
Per il presidente dell’Infn, Antonio Zoccoli, il telescopio rappresenta “un seme da cui potrà nascere una foresta tecnologica e scientifica” sull’isola. La Regione Sardegna vede nel progetto una leva strategica tanto per la ricerca quanto per lo sviluppo economico locale, con potenti ricadute infrastrutturali, ad esempio nella banda ultravelocissima.
Con la creazione del Centro geofisico e il rafforzamento della governance nazionale, la candidatura italiana dell’Einstein Telescope fa un balzo in avanti. Non è solo una scommessa scientifica, ma anche una prospettiva concreta di sviluppo per la Sardegna e per l’intero sistema della ricerca italiana.






