Un appello diretto ai governi europei, pronunciato con la consueta prudenza ma senza ambiguità. Luca Parmitano, astronauta dell’Esa (Agenzia spaziale europea), ha scelto l’incontro all’Istituto Affari Internazionali di Roma per chiedere all’Europa di assumersi una responsabilità che finora è rimasta sospesa: garantire al continente la possibilità di mandare in orbita astronauti con mezzi propri.
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Autonomia spaziale
L’appuntamento rientra nella serie “AstroTalk”, dedicata al confronto tra diplomazia e settore spaziale. A margine di questo incontro, Parmitano ha ricordato come l’Europa disponga da anni della capacità tecnica necessaria, ma non abbia ancora compiuto il passo decisivo sul piano politico. “Non possiamo continuare a dipendere da altri Paesi”, ha avvertito, riferendosi al fatto che gli astronauti europei volano grazie ai programmi statunitensi o, in passato, russi.
Nuovi veicoli
L’astronauta ha spiegato che il trasporto umano non può essere considerato una semplice evoluzione delle missioni cargo: richiede veicoli progettati per standard di sicurezza più rigorosi, processi certificativi lunghi e risorse dedicate. Per questo “non basta adattare ciò che esiste”, ha aggiunto Parmitano. Serve un impegno strutturale, simile a quello adottato dai Paesi che hanno sviluppato soluzioni autonome negli ultimi anni.
Sfida globale
Il contesto è quello di una competizione internazionale sempre più marcata. Con Stati Uniti, India, Cina ed Emirati impegnati a consolidare i propri programmi, l’Europa rischia di restare in posizione marginale proprio mentre la space economy entra in una fase decisiva. L’Esa ha avviato analisi e consultazioni, ma le scelte finali dipendono dagli Stati membri, che devono trovare risorse e una linea comune.
Corsa alla Spazio
Parmitano non ha parlato di tempi brevi. Ha sottolineato però che rinviare ancora significherebbe perdere la possibilità di incidere sulle regole e sulle priorità della nuova corsa allo Spazio, oggi guidata anche da operatori privati che rispondono a logiche commerciali. Una dipendenza che, secondo l’astronauta, limita la capacità europea di difendere i propri valori e i propri interessi.
Il suo intervento è arrivato mentre la discussione politica sulla strategia spaziale europea procede tra bozze, proposte e divergenze interne. E in questo scenario le parole di Parmitano hanno un peso specifico maggiore.






