“L’Italia vuole contare di più nello Spazio”. È con queste parole che Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), ha aperto il suo intervento alla Conferenza ministeriale dell’Esa (Agenzia spaziale europea), il momento in cui l’Europa traccia le linee del proprio futuro spaziale. Un futuro che, secondo Valente, deve vedere il nostro Paese protagonista, capace di coniugare ambizione scientifica e capacità industriale.
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Lander europeo
Al centro del rilancio europeo ci sono Luna e Marte. L’Italia punta a un lander europeo operativo sulla Luna entro il 2031 e a missioni marziane, robotiche e forse umane, entro il prossimo decennio. “Serve un dialogo intenso con Bruxelles – ha spiegato Valente – per garantire autonomia, continuità e resilienza al settore spaziale europeo”.
Italia cruciale
Il presidente dell’Asi ha sottolineato come il ruolo italiano sia ormai cruciale: dagli investimenti nazionali alle collaborazioni industriali, l’Italia intende rafforzare la propria presenza nella filiera spaziale europea. Non si tratta solo di tecnologia: è una questione di sovranità e di capacità di incidere nelle decisioni strategiche dell’Esa e dell’Unione europea.
Leadership europea
L’assemblea di Brema ha confermato quanto il cammino sia ambizioso e complesso. La cooperazione tra Stati membri, l’allineamento con le politiche Ue e lo sviluppo di nuove tecnologie spaziali sono elementi indispensabili per trasformare le missioni da progetti teorici in tappe concrete. Valente ha evidenziato che solo un approccio coordinato potrà garantire all’Europa un ruolo di leadership globale nello spazio profondo.
Con Luna e Marte al centro delle priorità, l’Italia rilancia così il proprio impegno. Non più spettatrice di programmi altrui, ma protagonista attiva di un’era spaziale europea in cui le scelte politiche, industriali e scientifiche saranno decisive per il futuro del continente.






