IL TAGLIO DEL NASTRO

Satellite as a service, il distretto aerospaziale della Campania tiene a battesimo Pm3

Il progetto di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale vale circa 9,7 milioni. Il presidente Carrino: “Si potranno validare tecnologie in ambiente operativo. Servizi personalizzabili a costi ridotti in grado di generare una positiva ricaduta nel mercato nazionale ed internazionale”

22 Apr 2022

Mi Fio

Il distretto aerospaziale della Campania (Dac) taglia il nastro di Pm3, piattaforma modulare e multimissione che punta allo sviluppo di tecnologie innovative per la realizzazione di un micro-satellite con possibilità di alloggiamento di payload multipli interoperabili. Il progetto di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale vale circa 9,7 milioni di euro. In campo oltre al Dac in qualità di capofila e Ali come leader industriale ci sono il Distretto Aerospaziale Lombardo (Lombardia Aerospace Cluster), l’Università degli Studi di Padova, l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, il Cnr-Isasi, Euro.Soft, Lead Tech, Mapsat, Mbda Italia, Medinok, Migma, Nais , Sam Srs-E, Techno System Developments,  l’Università degli Studi di Salerno e l’Università degli Studi del Sannio.

Con PM3 si utilizzano tecnologie che consentono la realizzazione di un sistema a duplice uso: da un lato – si legge nella nota che illustra l’iniziativa – la piattaforma consente la fornitura di un servizio di hosting in orbita di Payload di diversa natura e di diverso tipo; dall’altro lato consente di poter fornire un servizio dedicato di validazione e dimostrazione in orbita di nuove tecnologie (Iod/Iov).  I player del comparto spaziale potranno accedere ad un servizio di dimostrazione in orbita delle proprie tecnologie, senza dovere necessariamente investire nello sviluppo e nella gestione di un satellite dedicato, attraverso un approccio Satellite as-a-service. Una tipologia di servizio che abiliterà nuove opportunità di business soprattutto per le piccole realtà industriali.

“Diversi attori del sistema aerospaziale grazie a PM3 potranno validare le proprie tecnologie in ambiente operativo – spiega il presidente del Dac, Luigi Carrino – e potranno avere accesso ad un servizio adatto a tali esigenze; un servizio e una opportunità personalizzabili ed a costo ridotto oltre che in grado di generare una positiva ricaduta sulla disponibilità di tali tecnologie nel mercato nazionale ed internazionale”.

Le principali aree di innovazione sulle quali ha operato il progetto di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale PM3 sono: sistemi di propulsione avanzata; sistemi di rendez vous e docking innovativo; tecnologie e processi per la realizzazione di smart structure avanzate tramite tecniche di Additive Manufacturing; sistemi innovativi di trasferimento wireless di dati e potenza; sistemi di controllo d’assetto di nuova generazione; antenne basate su materiali innovativi; sistemi e tecniche avanzate per la gestione e l’elaborazione dati satellitari.

Il progetto consente di sviluppare le tecnologie ed i processi necessari alla realizzazione di un prototipo dimostratore dei sistemi descritti, con un livello di maturità tecnologica (Trl) compreso tra il 4 ed il 6.

“Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia ed ai recenti eventi geopolitici – spiega il Coo di Ali Francesco Punzo, Responsabile Scientifico di PM3 – si è comunque riusciti a realizzare ben otto dimostratori con lo scopo di testare le tecnologie innovative sviluppate”. “Il progetto PM3 entra a far parte dello spettro di satelliti per l’osservazione della Terra, ma non è tutto, è implementata a bordo anche la capacità di monitoraggio del traffico aereo e marittimo nonché un volume dedicato all’Iod/Iov – aggiunge Sara Rita Merola, System Engineer del progetto – è rispettato quindi appieno l’obiettivo di una piattaforma multi-missione, così come la caratteristica di modularità, garantita dalla separazione tra modulo Payload”

Valerio Striano, Project Manager del progetto PM3, evidenzia che “la multidisciplinarità dell’iniziativa, che vede coinvolte numerose aziende del settore aerospazialesi coniuga con l’obiettivo di distribuzione capillare delle competenze acquisite durante lo svolgimento del progetto. L’affiancamento di un partner industriale e di un partner di ricerca durante tutta la fase di studio rappresenta un canale diretto di trasferimento tecnologico al mondo dell’industria, generando un’importante ricaduta dal punto di vista dei risultati direttamente sfruttabili dal settore privato”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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