L'ANALISI

Cybersecurity e Spazio, Desiderio (F5): “In Europa pubblico e privato uniscano le forze”

Il country manager per Italia e Malta: “Ci aspettiamo un proliferare di minacce sofisticate in grado di colpire obiettivi in tutte le aree del cyber-dominio, anche quelle della space economy”

09 Feb 2022

Nicola Desiderio

f5

Lo spazio è una delle nuove frontiere per l’economia e l’umanità, dunque potrebbe esserlo molto presto per gli hacker. I timori che questo si avveri si fanno sempre più forti e, stando a quanto rilevato dall’Osservatorio Space Economy, l’Italia è il quinto paese al mondo e il secondo in Europa per gli investimenti destinati allo spazio in rapporto al Pil, dunque il suo sistema di imprese impegnate nel settore potrebbe essere presto oggetto di attacchi.

Per questo, il nostro paese è chiamato ad essere protagonista anche nella cyber-sicurezza spaziale. È questa l’opinione di Maurizio Desiderio, country manager per Italia e Malta della società di networking F5, che auspica anche una collaborazione tra pubblico e privato per avere un approccio integrato e, insieme all’Europa, sviluppare una politica comune su questo argomento coinvolgendo i governi e tutte le agenzie spaziali. Questo tema, oltre a risultare fondamentale per l’economia, la sicurezza e la difesa, può essere un ulteriore volano di ricerca e sviluppo. Gli attacchi informatici alla space economy in realtà sono già iniziati anche se, per fortuna, si sono fermati alla sua parte terrestre. In un audit condotto dalla Nasa nel giugno del 2021, sono stati contati oltre 6mila incidenti di sicurezza informatica negli ultimi 4 anni, dei quali 1.785 solo nel 2020 con circa 3mila siti web colpiti da hacker e 42mila set di dati rubati e resi accessibili pubblicamente.

Per quanto riguarda l’Europa, tocca alle sue istituzioni, all’Italia e alle sue imprese proteggere la loro space economy che cresce sempre di più e nella quale si investe sempre di più. Desiderio ha ricordato che l’Italia ha stanziato 1,49 miliardi di euro nello Spazio all’interno del Pnrr e la Commissione Europea sta mettendo 14,88 miliardi nel proprio programma spaziale per gli anni 2021-2027. Il tema della cybersicurezza è comunque già nell’agenda dell’organo di governo continentale che ha più volte sollecitato i propri membri ad adottare una politica comune nello spazio, attraverso lo scambio di informazioni e la convergenza degli standard tecnologici, e ha fatto nascere EuroQCI (Quantum Communication Infrastructure), il progetto che punta a creare le condizioni per la comunicazione ultra-sicura tra le istituzioni governative e le infrastrutture critiche di tutta l’Unione Europea. E ribadire il riconoscimento del ruolo del nostro paese, la realizzazione di tale progetto è stata affidata ad un consorzio di aziende italiane e francesi.

Desiderio identifica nella crittografia uno degli strumenti tecnici fondamentali per rendere sicuri e impenetrabili i sistemi spaziali, ma avverte che “non è però possibile prevedere quali saranno gli standard di sicurezza e crittografia nei decenni a venire, né è possibile prevedere quali tipi di minacce emergeranno. Con gli sviluppi significativi dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico – conclude il manager di F5 – e gli strumenti open source pronti per essere sfruttati dagli hacker, ci aspettiamo un proliferare di minacce sofisticate in grado di colpire obiettivi in tutte le aree del cyber-dominio, anche quelle nello spazio”.

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