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Banda larga via satellite, Bill Gates scommette in Kymeta

La start-up di Redmond ha sviluppato un’antenna capace di garantire connettività anche a veicoli che viaggiano a 1.000 km/h. Asse con OneWeb per offrire servizi B2B a governi e imprese private. Spunta l’ipotesi Ipo

28 Mar 2022

Nicola Desiderio

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Lo spazio è terreno d’esplorazione per i miliardari del nostro tempo. E se vi state chiedendo perché tra i vari Richard Branson, Jeff Bezos ed Elon Musk manchi Bill Gates, sappiate che non è mai mancato, anzi negli anni ’90 vide prima di altri il potenziale rappresentato da una rete a larga banda operata attraverso satelliti a bassa orbita con una società chiamata Teledesic e fondata nel 1995 insieme a Craig McCaw, uno dei pionieri della telefonia cellulare il cui progetto era denominato Internet-in-the-Sky, proprio quello che programmi come Kuiper, OneWeb e Starlink oggi stanno mettendo in atto. I due ci misero 5 milioni di dollari a testa, ma il progetto era forse troppo ambizioso per quei tempi e la società fallì nel 2002.

Il fondatore di Microsoft tuttavia ha ancora un piede in questo tipo di industria, anzi potrebbe averci visto lungo con Kymeta, società con sede a Redmond, nello stato di Washington, fondata nel 2012 e che nel 2018 ha raccolto circa 200 milioni di dollari e, tra i suoi finanziatori, oltre alla Lux Capital, c’è Bill Gates, che è nato e cresciuto proprio dalle parti di Seattle. Kymeta ha sviluppato un’antenna piatta costruita con transistor in metamateriali a film sottile che fa a meno del silicio e che è capace di ricevere un segnale Internet a larga banda anche in movimento. “Altre compagnie satellitari si sono concentrate nel settore della banda larga per l’utenza domestica, ma la nostra caratteristica – afferma Doug Hutcheson, co-amministratore delegato di Kymeta dal 2019 – sono le comunicazioni in movimento. La nostra antenna può muoversi a 600 miglia orarie (poco meno di 1.000 km/h), compiere rapidi cambi di traiettoria e altitudine e comunicare con i satelliti che si muovono a 17.000 miglia orarie (oltre 27.000 km/h)”.

È evidente che la grande opportunità per la tecnologia sviluppata da Kymeta sono i veicoli, sempre più inseriti nella Internet of Things (Iot anche satellitare) sempre più bisognosi di connettività ad alta velocità per navigare in cloud, attingere a servizi di vario genere, comunicare con l’infrastruttura stradale (car-to-x) e con le altre vetture (car-to-car), aggiornare a distanza i firmware e i software di bordo e avere tutta la ridondanza di dati necessaria per la guida autonoma, anche in situazioni molto complesse come il traffico tra gli edifici delle metropoli. La guida autonoma dovrà contare su un numero di connessioni a banda larga compreso tra 3 e 5 per assicurare la ridondanza che permette ai veicoli di muoversi da soli in sicurezza. E i protocolli esistenti – l’ultimo dei quali è il 5G – potrebbero non essere sufficienti. L’ideale sarebbe proprio avere una connettività che arriva dall’alto considerando che tutto questo può essere applicato potenzialmente anche a navi, treni ed aerei e trovare ulteriore giustificazione con gli evotl. Non è un mistero che sia questo uno degli obiettivi di Elon Musk che conta di irradiare dal cielo di dati le sue Tesla con l’altra sua celebre creazione: la rete Starlink di SpaceX. L’azienda di Hawthorne ha recentemente annunciato di aver avviato sperimentazioni per fornire connettività ai velivoli aerei civili dando modo alle compagnie di offrire Internet ad alta velocità anche in volo.

Da questo punto di vista Kymeta ha già scelto di collaborare con OneWeb e sta già lavorando alla terza generazione della sua antenna che dovrà essere in grado di vedere più satelliti contemporaneamente e passare da uno all’altro in pochi microsecondi, anche se appartengono a diverse costellazioni. C’è dunque la possibilità tecnica di non limitarsi a OneWeb e sfruttare le decine di migliaia di satelliti che i prossimi anni avvolgeranno il globo fornendo trasmissioni bidirezionali di dati ad altissima velocità. L’obiettivo di Kymeta è raggiungere una velocità di un Gigabyte al secondo, ma al momento OneWeb non è capace di andare oltre i 100-200 Mps e anche Starlink, nel migliore dei casi, non va oltre i 300 Mps con la prospettiva di raddoppiare la velocità. Kymeta non punta ad essere un brand noto presso il grande pubblico, ma al b2b, fornendo una tecnologia fondamentale per risolvere uno dei problemi essenziali della connettività satellitare: permettere un aggancio veloce e solido del segnale in ogni condizione, anche in movimento.

Per riuscire in questo le onde radio potrebbero non essere sufficienti e la soluzione potrebbe essere rappresentata dalla comunicazione ottica basata sul laser. Su tali tecnologie stanno lavorando in molti, anche in Italia, non solo per scopi commerciali, ma soprattutto a livello governativo. Le prospettive di breve termine si fermano tuttavia alle onde radio e all’accordo tra Kimeta e OneWeb di offrire a società e governi l’hardware (l’antenna u8) e i servizi (denominati Broadside, Transec e Custom), che vanno da quelli militari in senso stretto (come guidare i droni) fino a quelli civili come offrire ai vigili del fuoco la possibilità di scambiarsi immagini e informazioni in tempo reale sul luogo di un incendio permettendo ai mezzi e al personale di supporto di intervenire meglio e, viceversa, di avere l’intero scenario sotto controllo. Sono stati compiuti anche test per l’effettuazione a distanza di operazioni chirurgiche. Quel che è sicuro è che Bill Gates, tra la moltitudine dei suoi impegni, segue molto da vicino i movimenti di Kymeta per la quale potrebbe scattare anche il collocamento in borsa. “C’è una ragione per cui sul comunicato stampa (che si riferisce alla raccolta di denaro, ndr) ci sia il suo nome” e non di un suo ente di investimento, ha concluso Hutchenson.

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