IL TEST

Space Development Agency, l’intelligenza artificiale arriva in orbita con Poet

Il satellite sarà in grado di compiere in autonomia una serie di azioni con le apparecchiature di bordo rispondendo a comandi complessi. Ed elaborerà i dati raccolti nello spazio prima di inviarli sulla terra

11 Feb 2022

Nicola Desiderio

poet

I satelliti saranno capaci di operare la fusione di dati direttamente in orbita e in modo autonomo grazie all’intelligenza artificiale. La prima dimostrazione è stata fornita da una sperimentazione della Space Development Agency (Sda) compiuta su un satellite Loft Orbital, lanciato il 30 giugno scorso da una missione condivisa Transporter-2 di SpaceX, dove era stato montato un computer avanzato a intelligenza artificiale sviluppato dalla Scientific Systems Company Inc (Ssci), azienda con sede a Woburn, nello stato del Massachussets.

Tale elaboratore è stato battezzato Poet (Prototype On-orbit Experimental Testbed) ed è fornito di un software che rileva e segmenta nuvole di oggetti da immagini raccolte attraverso sensori elettro-ottici eseguendo istruzioni più complesse dei comandi che gli vengono impartiti. Il software di questo computer è definito “collaboration mission autonomy” e, se gli viene chiesto, ad esempio: “dimmi la posizione e la classificazione di ogni nave all’interno del riquadro che ho segnato sullo schermo del mio computer”, esso – o sarebbe meglio dire ‘lui’ – compie in autonomia una serie di azioni con le apparecchiature di bordo che gli permettono di rispondere con l’informazione desiderata in modo completo. Dunque il satellite non si limita a raccogliere dati che vengono inviati a terra per essere analizzati e combinati, ma presenta all’utente un’elaborazione “finita” operata direttamente in orbita.

L’elaborazione autonoma di dati nello spazio è un traguardo tecnologico chiave per la Sda perché, oltre a semplificare e velocizzare il lavoro a Terra, permette di analizzare dati provenienti da fonti terze e di reinviarli all’utente. I satelliti dotati di computer e software ad intelligenza artificiale troveranno le loro prime applicazioni in campo militare, in particolare per rilevare e tracciare obiettivi di terra, mare e cielo. Solitamente invece queste operazioni sono operate a Terra sulla base dei dati grezzi raccolti ed inviati dai satelliti agli analisti prima di essere inoltrati ai rispettivi comandi per ricevere istruzioni sul da farsi. Tali satelliti accorceranno enormemente tale processo.

“Questo è il primo passo verso un’iniziale dimostrazione di calcolo e fusione di dati multi-intelligenti” ha annunciato la Scci in una nota diffusa lo scorso 8 febbraio aggiungendo che “gli esperimenti futuri comprenderanno il caricamento progressivo di operazioni più complesse da parte di terze parti”. Il progetto era stato sviluppato dalla Scci inizialmente per la Defense Advanced Research Projects Agency per una dimostrazione all’interno del programma Blackjack della missione Pit Boss. È stato successivamente rilevato dalla Sda e ribattezzato Poet. Il Ceo e presidente della Scci, Raman Mehra, ha dichiarato che il satellite ha un’attesa di vita di 5 anni e può essere aggiornato regolarmente caricando un nuovo software.

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