L'INIZIATIVA

Uber tra le stelle: primo food delivery sulla Stazione Spaziale Internazionale

A consegnare il cibo agli astronauti l’imprenditore giapponese Yusaku Maezawa. Il ceo Dara Khosrowshahi: “Il nostro obiettivo è supportare le persone ad andare ovunque e ottenere ciò che vogliono”

15 Dic 2021

Nicola Desiderio

Uber-Eats-In-Space-low-scaled-1.jpg

Un piccolo morso per un uomo in un stazione spaziale è un gran bel morso per l’umanità. Chissà che non avrebbe detto così Neil Armstrong se, al posto degli astronauti che sono nella Stazione Spaziale internazionale, ci fosse stato lui ad attendere – e poi gustare – la prima consegna di cibo nello spazio.

A effettuarla alle ore 9:40 del giorno 11 dicembre è stata Uber Eats servendosi di un rider di eccezione: Yusaku Maezawa, il magnate giapponese della moda che, come è noto, l’8 dicembre scorso è partito per una “vacanza spaziale” di 12 giorni insieme al produttore Yozo Hirano che ha il compito di documentare con le immagini questa incredibile avventura iniziata lo scorso 8 dicembre con il lancio della Soyuz MS-20 dalla base russa di Baikonur, in Kazakistan. Prima di partire, Maezawa si era prefissato di svolgere 100 compiti, alcuni davvero bizzarri, e chissà che il consegnare cibo come un qualsiasi rider in una stazione spaziale non fosse uno di quelli.

Il miliardario del Sol Levante, oltre che fattorino, è stato ambasciatore della propria nazione consegnando cibo giapponese agli 8 astronauti presenti attualmente sulla Iss: Anton Shkaplerov, Mark Vande Hei, Pyotr Dubrov, Raja Chari, Thomas Marshburn, Matthias Maurer, Kayla Barron e Alexander Misurkin che ha accompagnato Maezawa e Hirano nel viaggio che li ha portati nello spazio. Sono sicuramente loro, visto il loro regime alimentare abituale, ad essere i più contenti per aver beneficiato di questa insolita consegna spaziale per la quale è stato necessario attendere 8 ore e 34 dopo un viaggio di 400 km, decisamente di più dei 30 minuti in media richiesti da un food delivery ordinario.

Per il settore della consegna del cibo a domicilio – che secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano ha raggiunto solo in Italia un valore di 1,5 miliardi di euro e una crescita del +59% sul 2020 – è un momento storico, un veicolo di immagine e un ulteriore record dopo la crescita impetuosa dovuta in particolare alla pandemia da covid-19 che l’ha portata a triplicare il proprio volume d’affari rispetto solo a 4 anni fa fino a raggiungere, secondo lo studio di consulenza McKinsey e Company, i 150 miliardi di dollari.

Ovviamente entusiasta il ceo di Uber, Dara Khosrowshahi: “Siamo al settimo cielo per aver contribuito a realizzare con successo la prima consegna nello spazio. Il nostro obiettivo è supportare le persone ad andare ovunque e ad ottenere ciò che vogliono, quindi siamo orgogliosi di servire gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale”. Uber è un’azienda nata nel 2009 a San Francisco come società di ride-hailing, il servizio con il quale un privato cittadino con la propria vettura fa le veci di un taxi attraverso un’app che lo mette in contatto diretto con il cliente fornendo in anticipo la tariffa e gestendo il pagamento in automatico.

L’azienda fondata da Garret Camp e Travis Kalanick, che l’ha guidata fino al 2017 passando il testimone proprio a Khosrowshahi, ha compiuto da allora oltre 25 miliardi di corse e, pur diversificandosi nel tempo, ha mantenuto fede alla propria missione: creare opportunità attraverso il movimento. Stavolta l’opportunità è venuta dal viaggio di un miliardario giapponese e chissà che un giorno, oltre al cibo, i viaggi nello spazio si potranno prenotare e pagare con un’app presso un qualsiasi proprietario di una navicella, proprio come milioni di persone fanno ogni giorno sul pianeta Terra con Uber e altre compagnie di ride-hailing.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

S
spazio
S
stazione spaziale internazionale