OSSERVAZIONE DELLE STELLE

Astronomia, Unistellar scommette sui telescopi digitali connessi al cloud

Il co-fondatore della startup, Arnaud Malvache: “Vogliamo che tutti possano partecipare all’esplorazione spaziale”. I dati potranno essere condivisi dagli utenti attraverso la piattaforma di Aws per artecipare alla ricerca scientifica

05 Apr 2022

Enzo Lima

The-Unistellear-Global-Network-of-Citizen-Astronomers

Rendere l’osservazione delle stelle più accessibile al grande pubblico e consentire agli utenti di contribuire alla ricerca scientifica: questa la mission di Unistellar, startup nata tra Marsiglia e la Silicon Valley, che ha lanciato una collezione di telescopi digitali connessi al cloud.

“Vogliamo che le persone possano partecipare all’esplorazione spaziale, anche se non conoscono nulla del cielo”, spiega Arnaud Malvache, co-fondatore e chief technology officer di Unistellar. Leggeri, connessi e facili da usare, i telescopi digitali consentono anche a chi non ha alcuna conoscenza preliminare delle galassie, di osservare i cieli notturni e supportare la ricerca scientifica condividendo i propri dati tramite il cloud di Aws

“Cliccando su quello che chiamiamo oggetto consigliato, il telescopio si concentrerà automaticamente su di esso”, spiega ancora Malvache. “L’app potrebbe, ad esempio, suggerire un oggetto che apparirà presto o sbiadirà presto. Questa funzionalità è una delle preferite dai nostri utenti.  Nei nostri telescopi, il sensore è una fotocamera e il processore è un computer incorporato. Utilizziamo un sensore che fornisce fino a 100 volte più luce attraverso l’oculare, producendo immagini incredibilmente nitide. Rimuoviamo anche l’inquinamento luminoso, il che significa che è possibile estrarre il telescopio dallo zaino in un quartiere del centro e osservare le stelle senza spostarsi in un luogo remoto”.

Rendere l’astronomia accessibile al vasto pubblico è l’obiettivo che i co-fondatori di Unistellar Laurent Marfisi, Antonin Borot e Franck Marchis si sono posti, sin da quando hanno lanciato il telescopio eVscope, su Kickstarter nel 2017.  “Molte persone pensavano che stessi perdendo tempo”, racconta Marchis, che, oltre ad essere il capo scientifico di Unistellar, è astronomo planetario senior presso il Seti Institute in California, un’organizzazione no-profit dedicata a esplorare le origini della vita nell’universo. “Nel 2021, siamo passati dall’archiviazione di 5,7 milioni di immagini a 27,7 milioni”, sottolinea Malvache, che attribuisce ai servizi di archiviazione e calcolo Aws la capacità di Unistellar di crescere a un ritmo così rapido.

L’azienda vanta ad oggi più di 7.000 clienti, in gran parte in Nord America, Europa e Giappone, che fanno parte di quella che Marchis descrive come la “più grande rete connessa di telescopi al mondo”. “Abbiamo una copertura quasi completa della Terra”. Stiamo monitorando continuamente obiettivi specifici come asteroidi, comete, pianeti ed esopianeti. Se succede qualcosa nel cielo in questo momento, posso inviare un messaggio alla nostra rete e qualcuno inizierà ad osservarlo. Abbiamo migliaia di telescopi che lavorano contemporaneamente, in luoghi diversi. Ciò significa che possiamo vedere un evento da diverse angolazioni. Quando osserviamo un asteroide, possiamo avere un’idea della sua forma proprio perché non lo facciamo da un solo punto di vista”.

Oltre a supportare gli scienziati, Unistellar sta mettendo gli eVscopes nelle mani di una nuova generazione di astronomi. “I nostri utenti sono estremamente diversi in termini di genere e nazionalità”, spiega Marchis. “I nostri più grandi successi finora sono stati rendere più accessibili scienza e osservazioni spaziali, oltre a far crescere la comunità di cittadini astronomi in diversi Paesi. E vogliamo fare di più”.

Sebbene l’eVscope sia più potente e più facile da usare rispetto alla maggior parte dei telescopi tradizionali, non ha ancora un prezzo tale da renderlo accessibile a tutti. Ma, come per gli smartphone di prima generazione, Unistellar spera di rendere l’eVscope più conveniente man mano che cresce e di venderlo in Paesi che storicamente hanno avuto un accesso limitato alle apparecchiature per l’osservazione delle stelle.

La recente partnership con società di fotocamere Nikon per la fornitura di obiettivi potrebbe rappresentare il punto di svolta in tal senso, secondo Malvache. “Vogliamo raggiungere volumi di vendita importanti nel mercato consumer e Nikon ha l’esperienza per aiutarci a farlo”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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