l’analisi

Branding spaziale, perché la Nasa e l’Europa vende sigle?



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Dalla felpa col “meatball” alle patch da collezione: il marchio dell’agenzia Usa è pop. Esa e Asi, invece, restano istituzioni rispettabili ma poco desiderabili. Ecco dove sbagliano.

Pubblicato il 22 set 2025



Nasa

C’è un dato che non ha bisogno di statistiche per imporsi: basta entrare in un negozio di streetwear o scorrere un feed per imbattersi nel logo NASA su felpe, cappellini, sneakers, borracce, zaini. Il marchio dell’agenzia americana è diventato un’icona culturale, un segno di appartenenza al futuro. In Europa, la stessa operazione è ancora un’eccezione: il logo dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, raramente esce dal perimetro tecnico-scientifico; quello dell’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, è quasi assente nel consumo quotidiano. Il risultato? Un immaginario sbilanciato: lo spazio “parla” con una sola voce — quella americana — mentre le altre faticano a conquistare scaffali, guardaroba e, soprattutto, il cuore del pubblico.

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