il ricordo

“Tutti noi viviamo sotto lo stesso cielo”: lo sguardo cosmico di Papa Francesco, profeta tra le stelle



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In un tempo in cui la Chiesa sembrava spesso confinata ai suoi riti e ai suoi muri, ha alzato gli occhi e il cuore all’universo, indicandolo come spazio di fede, dialogo, meraviglia e fraternità. Tra collegamenti con gli astronauti in orbita, la benedizione di satelliti, riflessioni teologiche sull’esistenza di vita extraterrestre e un costante appello alla scienza come compagna della fede

Pubblicato il 24 apr 2025

Alessandro Sannini

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Mentre la Terra si prepara a salutare Papa Francesco nel solenne funerale di sabato, il cielo sembra farsi più vicino. Non solo quello spirituale, dove molti lo immaginano già pellegrino tra i santi, ma anche il cielo fisico, concreto, il firmamento che lui ha amato evocare e abitare con parole, gesti e simboli. In un tempo in cui la Chiesa sembrava spesso confinata ai suoi riti e ai suoi muri, Francesco ha alzato gli occhi e il cuore all’universo, indicandolo come spazio di fede, dialogo, meraviglia e fraternità. Tra collegamenti con gli astronauti in orbita, la benedizione di satelliti, riflessioni teologiche sull’esistenza di vita extraterrestre e un costante appello alla scienza come compagna della fede, il pontefice venuto “quasi dalla fine del mondo” è diventato anche il Papa delle stelle. E oggi, mentre la Chiesa intera piange la sua scomparsa, risuona con forza una delle sue frasi più luminose: «Tutti noi viviamo sotto lo stesso cielo».

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