Una speciale varietà di riso da coltivare sulla Luna e nello Spazio, così da assicurare sia agli astronauti sia ai futuri coloni del nostro satellite naturale di mangiare un cibo fresco anche se lontani dalla Terra.
A questo nuovo e rivoluzionario progetto ribattezzato “Moon Rice” sta lavorando l’Agenzia spaziale italiana (Asi), così da utilizzare le biotecnologie più all’avanguardia per creare coltivazioni commestibili nei futuri avamposti sulla Luna e nello Spazio profondo. Con l’Asi, in campo anche tre atenei: l’Università degli Studi di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università di Napoli Federico II.
Di recente questo progetto è stato presentato alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology ad Anversa, in Belgio.
Indice degli argomenti
Cibi freschi in orbita
L’esplorazione spaziale si basa ancora oggi sulle scorte di cibo che dalla Terra portiamo in orbita. Ma si tratta di pasti precotti o disidratati che non contengono ingredienti freschi.
Tuttavia, per contrastare gli effetti negativi che l’ambiente spaziale può avere sulla salute umana, è importante disporre di una fonte affidabile di cibo ricco di vitamine, antiossidanti e fibre.
Da qui il progetto Moon Rice, che mira a sviluppare la varietà perfetta per sostenere la vita nello Spazio durante missioni di lunga durata, come l’occupazione di basi permanenti sulla Luna o su Marte.
Piante super nane
“Vivere nello Spazio significa innanzitutto riciclare le risorse e vivere in modo sostenibile – dice Marta Del Bianco, biologa vegetale dell’Asi – Si tratta di affrontare una delle principali sfide che è rappresentata dalle attuali dimensioni delle varietà di piante sulla Terra. Persino molte varietà nane di riso sono ancora troppo grandi per essere coltivate in modo affidabile nello Spazio. Ciò di cui abbiamo bisogno è una varietà super nana”.
Atenei al lavoro
Per crearle è scattato il progetto Moon Rice: “Abbiamo iniziato questo progetto quadriennale nove mesi fa – aggiunge la studiosa -, quindi è ancora in fase di sviluppo, ma i risultati preliminari che abbiamo ora sono davvero promettenti. I ricercatori dell’Università degli Studi di Milano stanno isolando linee di riso mutanti che possono raggiungere un’altezza di soli 10 cm, quindi sono davvero minuscole e questo è un ottimo punto di partenza. Allo stesso tempo, i ricercatori di Roma hanno identificato geni in grado di alterare l’architettura della pianta per massimizzare la produzione e l’efficienza di crescita”.




