ESPLORAZIONE DELL’UNIVERSO

Webb scopre un possibile buco nero nato dal collasso diretto tra due nuclei galattici



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Grazie al telescopio spaziale James Webb, gli astronomi hanno individuato un Infinity Galaxy, che ribalta una regola fondamentale dell’evoluzione galattica: un probabile buco nero creato da collasso diretto

Pubblicato il 20 ott 2025



Aerospazio, pianeti, orbita, terra

Un possibile buco nero nato non da una stella morente, ma tra due nuclei galattici in collisione diretta tra loro e incorporati in una nube di gas. Gli astronomi hanno fatto questa scoperta grazie alle immagini “catturate” dal telescopio spaziale James Webb, che è il frutto di una collaborazione internazionale tra l’Agenzia spaziale statunitense (Nasa), l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale canadese (Csa).

Il sistema, soprannominato Infinity Galaxy per la sua forma a otto, sembra ospitare tre buchi neri attivi contemporaneamente.

Uno si trova in ciascun nucleo compatto e un terzo, circa un milione di volte la massa del Sole, brilla tra di essi mentre il gas cade al suo interno.

Infinity Galaxy

La Nasa ha reso nota questa scoperta mostrando l’immagine del Webb con due nuclei rossi compatti avvolti da anelli stellati e un’attività al centro.

Pieter van Dokkum dell’Università di Yale ha guidato l’analisi e coordinato il programma di follow-up. Il suo team ha combinato i dati del telescopio Webb, dell’osservatorio a raggi X Chandra e del Very Large Array per confermare che la sorgente centrale è attiva e in rapida alimentazione, dimostrando in modo convincente che è nata dalla stessa nube di gas tra le due galassie.

I dati suggeriscono che due galassie a forma di disco si sono scontrate frontalmente, creando due anelli gemelli di stelle e la forma di un otto.

Miliardi di anni luce di distanza

La prima analisi del team stima che il sistema si trovi a miliardi di anni luce di distanza e mostra due centri densi formati dalla collisione.

Il gas nel punto di collisione è illuminato come gas ionizzato, ovvero atomi privati degli elettroni, e quel bagliore indica la posizione del buco nero intruso. La sorgente centrale luminosa attira materiale e illumina l’idrogeno circostante.

Una posizione cruciale

Un buco nero supermassiccio di solito si trova al centro di una galassia, dove stelle e gas orbitano in un profondo pozzo gravitazionale. Qui, il motore centrale è decentrato ed entrambi i nuclei mostrano segni di alimentazione attiva.

Il segnale di accrescimento include raggi X e onde radio. La firma dell’alimentazione è visibile nei raggi X di Chandra e nei dati radio del Very Large Array, una rete di antenne radio che traccia il modo in cui la materia cade verso un buco nero.

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