L’INTERVENTO

Space sustainability, scende in campo l’Itu: “Lo Spazio dipende dalle radiocomunicazioni”



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Doreen Bogdan-Martin, Segretario generale dell’Agenzia per le telecomunicazioni dell’Onu, accende i riflettori su questioni cruciali quali cybersecurity, standard regolatori, strategie economiche e impatto ambientale. E sulla necessità di dare vita a un ecosistema di esperti per sciogliere i nodi

Pubblicato il 16 set 2024



space debris – detriti spaziali – rifiuti spaziali 2

L’International Telecommunication Union (Itu), la custode dello spettro delle radiofrequenze sulla Terra e in orbita, scende in campo in difesa sulla sostenibilità spaziale e ribadisce che “tutto ciò che oggi si fa nello Spazio si basa sulle radiocomunicazioni”. Lo fa con un intervento, allo Space Sustainability Forum 2024 di Ginevra (Svizzera), di Doreen Bogdan-Martin, Segretario generale dell’Agenzia per le telecomunicazioni dell’Onu.

Sostenibilità spaziale: una priorità

La funzionaria americana accende i riflettori su questioni cruciali quali cybersecurity, standard regolatori, strategie economiche e impatto ambientale. E chiarisce che “lo Spazio sta diventando più importante che mai per lo sviluppo globale”. Di conseguenza, “la questione della sostenibilità spaziale, quindi, si pone con forza. Mentre cerchiamo di sfruttare le tecnologie spaziali per migliorare le vite e i mezzi di sussistenza sulla Terra, dobbiamo anche considerare come preservare l’ambiente spaziale stesso”.

Esplorazione della Luna

“Gli Stati membri dell’Itu – dice Bogdan-Martin – hanno fatto dello Spazio una priorità, e molti Paesi hanno costituito agenzie spaziali. Attualmente, oltre 40 nazioni stanno collaborando per esplorare la Luna, sia nell’ambito degli accordi Artemis guidati dagli Stati Uniti, sia nell’ambito dell’iniziativa cinese International Lunar Research Station”. Attualmente “più Paesi che mai hanno programmi spaziali”, non solo per nuovi servizi satellitari, ma anche per utilizzare i dati satellitari a servizio dello sviluppo di startup e dell’innovazione, affidata soprattutto ai giovani.

Ruolo cardine dei privati

“Naturalmente, il ruolo dei governi è cambiato dagli albori dell’era spaziale – spiega ancora -. Oltre a un maggior numero di nazioni che si dedicano allo Spazio, un numero crescente di aziende sta entrando nel mercato con usi sempre più diversificati dei satelliti: dal collegamento di comunità non raggiunte da una connessione al miglioramento delle previsioni e al rafforzamento dell’azione per il clima”.

Banda larga via satellite

La funzionaria americana aggiunge che “con il rapido dispiegamento di costellazioni a banda larga in orbita bassa, la maggior parte dei nuovi lanci riguarderà satelliti commerciali. Gli attori spaziali vecchi e nuovi, compreso il settore privato, continuano a plasmare il futuro delle comunicazioni spaziali attraverso l’Itu”.

Satelliti per salvare la Terra

“Al di là delle prospettive commerciali, gli investimenti spaziali hanno un enorme potenziale per far progredire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite”, fa notare Bogdan-Martin, evidenziato che almeno il 40% dei target dell’Onu si basa “sull’osservazione della Terra, sul telerilevamento e sui sistemi satellitari di navigazione globale, a testimonianza di come i satelliti siano diventati un’infrastruttura fondamentale a sostegno della vita sostenibile sulla Terra”.

Connettività globale

Per l’Itu, che riunisce 193 governi nazionali e oltre 1.000 aziende e organizzazioni per promuovere la connettività globale, sostenibilità significa “mantenere lo Spazio libero da interferenze radio dannose, ma anche dall’accumulo di detriti che mettono a rischio i satelliti”. Il segretario generale sottolinea che “abbiamo osservato un rapido aumento del dispiegamento di sistemi satellitari in orbita bassa. Nell’ultimo decennio sono stati lanciati circa 10.000 satelliti, decuplicando la quantità annualmente mandata nello Spazio”.

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