INNOVAZIONE TECNOLOGICA

“Galactic Brain”: data center orbitante per l’AI, lancio previsto nel 2027



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La startup californiana Aetherflux annuncia il progetto per un data center alimentato da pannelli solari in orbita terrestre, con un primo satellite operativo nel primo trimestre 2027. L’obiettivo è dribblare i ritardi energetici e infrastrutturali che rallentano lo sviluppo dell’intelligenza artificiale sulla Terra

Pubblicato il 9 dic 2025



AI-intelligenza-artificiale

La corsa all’intelligenza artificiale (AI) non è solo questione di algoritmi e chip: il vero collo di bottiglia rischia di essere l’energia. Con questa premessa, la startup californiana Aetherflux ha annunciato il proprio piano per costruire un “data center spaziale”. Il progetto si chiama Galactic Brain e punta a lanciare il primo nodo operativo entro il primo trimestre del 2027.

Energia solare

La proposta è tanto audace quanto semplice: piazzare in orbita una installazione alimentata da pannelli solari – senza dipendere dalle reti elettriche terrestri – e sfruttare direttamente la luce del sole per alimentare server e infrastrutture di calcolo intensivo dedicate all’AI.

Sebbene sul mercato si stia investendo miliardi di dollari per costruire nuovi data center a terra, i tempi per realizzarli – trovare terreno, ottenere permessi, collegamenti elettrici, costruzione – possono richiedere facilmente cinque-otto anni. Con Galactic Brain, Aetherflux promette di saltare questa fase.

Costellazione di satelliti

Secondo il fondatore e amministratore delegato Baiju Bhatt – già cofondatore di Robinhood – “la corsa verso l’intelligenza artificiale è in fondo una corsa per la capacità di calcolo, e quindi per energia”. Per questo, mettere “la luce del sole accanto al silicio” e bypassare la rete elettrica tradizionale è, nelle sue parole, una scelta naturale.

L’idea non si limita a un singolo satellite: il piano prevede di lanciare una costellazione di nodi orbitanti, per scalare progressivamente la capacità di calcolo. Nel 2026, inoltre, Aetherflux intende testare la propria tecnologia per trasmettere energia dallo spazio alla Terra via laser — una versione moderna del sogno della “space solar power” teorizzata decenni fa.

Nuova frontiera

Il progetto di Aetherflux arriva in un momento in cui anche altri grandi attori del settore considerano lo Spazio non solo come piattaforma di comunicazione o osservazione, ma come possibile nuova frontiera per il cloud computing. L’elevata efficienza dei pannelli solari in orbita, la liberazione dai vincoli idrici e di raffreddamento di data center terrestri, e la potenzialità di un accesso praticamente continuo alla luce solare rendono l’idea di “IA spaziale” sempre meno fantascientifica.

Punti critici

Tuttavia, non mancano i punti critici. La logistica dei lanci, i costi di messa in orbita, la vulnerabilità delle infrastrutture allo Spazio (radiazioni, detriti, manutenzione) e la latenza nella trasmissione dati verso Terra sono questioni complesse. Alcuni esperti osservano che la trasmissione laser o a microonde di energia richiederà prove rigorose e infrastrutture di terra all’altezza.

Nuova era energetica

Per ora, Galactic Brain resta una promessa: audace, futuribile, ma con incognite non banali. Se tutto va secondo i piani, già fra poco meno di due anni potremmo assistere al primo “data center” che lavora letteralmente tra le stelle. Per l’intelligenza artificiale, e per la Terra, potrebbe essere l’inizio di una nuova era energetica.

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