LA MAPPA NAZIONALE

Materie critiche, 28 quelle indispensabili per l’aerospazio

L’Italia è al primo posto tra i Paesi dipendenti da importazioni extra-Ue per l’approvvigionamento di Critical Raw Materials. Si aprono opportunità dal riciclo dei rifiuti elettronici ma siamo al 37% di raccolto a fronte del 65% di obiettivo europeo. Lo studio di The European House-Ambrosetti per Erion

14 Giu 2023

Paolo Marelli

raee

L’Italia è al primo posto tra i Paesi dipendenti da importazioni extra-Ue per l’approvvigionamento di materie prime critiche (Crm, acronimo di Critical raw materials) considerate essenziali per lo sviluppo di settori ritenuti strategici per l’economia del Paese. Sono 28 quelle per l’industria aerospaziale, 29 sono indispensabili per l’industria energetica, 24 per l’elettronica, 23 per l’automotive e 19 per il settore delle energie rinnovabili.

È quanto emerge dallo studio ‘Le opportunità per la filiera dei Raee all’interno del critical raw materials act’, realizzato da The European House-Ambrosetti e commissionato da Erion.

Business su del 22%

La produzione industriale italiana dipende, infatti, per 686 miliardi di euro (pari al 38% del Pil al 2022) da Paesi terzi per l’approvvigionamento dei materiali strategici. Uno scenario che mette in evidenza criticità e rischi se si pensa che, in un solo anno, tale esposizione è cresciuta del 22% (nel 2021 erano 564 miliardi di euro con un’incidenza complessiva sul Pil di circa il 33%). 

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Come detto, a tracciare questo quadro è lo studio realizzato da The European House – Ambrosetti e commissionato da Erion, il più importante Sistema multi-consortile italiano di responsabilità estesa del produttore per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici.

La mappa voluta da Bruxelles

L’analisi – realizzata nell’ambito dell’Osservatorio avviato lo scorso anno con un’edizione che aveva mappato, per la prima volta in Italia, tutti i settori industriali nei quali le Crm sono coinvolte nella nostra economia – aggiorna e integra quanto già realizzato anche alla luce del “Critical raw materials act” una serie di proposte volute della Commissione europea volte a garantire all’Unione un accesso sicuro, competitivo e sostenibile ai materiali strategici. 

Non solo, l’ultimo report della Commissione europea “Study on the critical raw materials for the Eu” di marzo 2023 amplia il perimetro delle materie prime critiche censendone 34 – quattro in più rispetto allo studio del 2020, dove ne figuravano 30 – e introduce 17 materie prime strategiche, considerate rilevanti per la duplice transizione, ecologica e digitale, oltre che per il settore dell’aerospazio e della difesa. 

Approvvigionamento: obiettivi Ue

Riguardo il tema dell’approvvigionamento, il “Critical raw materials act” promuove, tra gli obiettivi da raggiungere per i Paesi dell’Unione, che non più del 65% dei materiali importati debba provenire da un unico Paese, a fronte di uno scenario attuale che vede un’estrema concentrazione della fornitura di materie prime critiche tra Cina (65%), Sud Africa (10%), Repubblica democratica del Congo (4%) e Stati Uniti (4%), e che almeno il 15% delle Crm debba provenire dal riciclo. 

Proprio in questo contesto, lo studio evidenzia come un contributo al rafforzamento dell’indipendenza da Paesi terzi possa essere associato proprio al riciclo dei prodotti elettronici che consentirebbe di ridurre la dipendenza da Crm. 

Riciclo, Italia solo al 37%

In Italia, però, la strada da fare è ancora lunga, dal momento che la raccolta di Raee non supera il 37%, a fronte di un obiettivo fissato a livello europeo pari al 65% del totale rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti. Un dato che posiziona il nostro Paese tra i 5 meno virtuosi, davanti solo a Portogallo, Cipro, Malta e Romania. 

Inoltre, i livelli di raccolta scendono ulteriormente nel caso dei piccoli Raee (come smartphone, tablet, laptop, console,) e dei Raee professionali (ovvero quei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche destinate ad attività commerciali e industriali) che sono, peraltro, tra i prodotti contenenti un maggiore quantitativo di Crm. 

Sui bassi livelli di raccolta, per i Raee domestici e per i professionali, influisce sia la scarsa attenzione da parte dei consumatori, sia il fenomeno dei ‘flussi paralleli’, ossia l’intercettazione dei rifiuti da parte di soggetti non autorizzati che causano impatti ambientali e perdita di opportunità per il mancato recupero della maggior parte dei Crm in essi presenti.

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