“Ci stiamo muovendo verso il Cognitive Cloud Computing in Space, dove l’intelligenza artificiale e il calcolo distribuito diventano elementi chiave di una nuova infrastruttura orbitale”. Lo afferma in un’intervista a SpacEconomy360 Simonetta Di Pippo, direttrice dello Space Economy Evolution Lab e Professor of Practice of Space Economy alla Sda Bocconi, citando l’intervento di Gabriele Meoni di Esa Φ-lab alla conferenza annuale dedicata al tema “Space Economy on the Edge: the future of computing, energy & data from space”.
Di Pippo, il 12 giugno si è svolta la Conferenza dello Space Economy Evolution Lab di SDA Bocconi School of Management. Perché avete deciso di puntare proprio sull’edge computing?
“On the edge” non è solo un riferimento tecnico all’edge computing, ma anche una dichiarazione d’intenti: ci troviamo su una soglia di trasformazione della Space Economy. L’edge computing in particolare consente di elaborare i dati direttamente a bordo dei satelliti, riducendo i tempi di latenza, aumentando l’autonomia delle missioni e aprendo a nuovi modelli operativi.
Qual è oggi il posizionamento dell’Italia nel contesto della Space economy, e quali sono le prospettive per il nostro Paese in questo campo?
L’Italia sta giocando un ruolo sempre più centrale nella Space Economy, come evidenziato da Augusto Cramarossa (ASI), attraverso programmi strategici, partnership pubblico-private e strumenti finanziari innovativi. La traiettoria è orientata a promuovere innovazione, sostenibilità e cooperazione, in linea con una visione che vede lo spazio fungere da motore di crescita tecnologica ed economica, ben integrato nel contesto europeo e globale.
Uno dei temi del momento, nel campo dell’economia digitale, è il Cloud Sovrano. Quali sono i punti di contatto tra questo tema e la Space Economy, in Italia e in Europa?
Il Cloud Sovrano rappresenta una piattaforma nativa per la gestione dei dati spaziali in tempo reale. Come ha sottolineato Guido Baraglia di CloudFerro, è uno strumento chiave per alimentare intelligenza ambientale, servizi basati su osservazione della terra in generale e resilienza operativa. In un’epoca in cui la sovranità digitale è una priorità strategica, il cloud sovrano europeo si collega profondamente alla Space Economy, fornendo l’infrastruttura per trasformare i dati dallo spazio in valore economico e strategico.
Le applicazioni e i servizi satellitari, nel campo dei dati come in quello delle telecomunicazioni, si stanno sempre più affermando come soluzioni preziose e spesso complementari a quelle terrestri. A che punto sono l’Italia e l’Europa per sfruttare al meglio queste potenzialità?
Italia ed Europa stanno investendo in modo crescente per valorizzare le potenzialità dei servizi satellitari. L’adozione di edge computing e cloud sovrano, insieme allo sviluppo di nuovi modelli finanziari e alla crescente attenzione alla sostenibilità, segnano un avanzamento significativo. Tuttavia, come emerso dalla conferenza, la chiave sarà la complementarità tra soluzioni spaziali e terrestri, per costruire un ecosistema integrato che massimizzi l’efficienza e la resilienza delle infrastrutture critiche.
I servizi satellitari fanno emergere un nuovo scenario anche sul versante cybersecurity, rappresentando un ulteriore allargamento del “perimetro” da difendere, che con il digitale è sempre meno definito. Quali sono oggi i principali elementi da tenere presenti in questo panorama?
Come ha spiegato Stefano Mele, oggi lo spazio non è più “silenzioso” né protetto: è vulnerabile ad attacchi informatici che colpiscono satelliti, stazioni di terra e intere catene di approvvigionamento. In un contesto segnato da lacune normative e da rischi geopolitici, diventa fondamentale costruire un sistema di governance per la sicurezza informatica spaziale. Servono regole chiare, norme condivise e un rafforzamento della cooperazione internazionale.