L’INIZIATIVA

Veicoli spaziali riutilizzabili, Polimi e Asi insieme per il progetto Amaca

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Si punta a migliorare la comprensione dei meccanismi di danno e rottura che possono pregiudicare l’integrità delle strutture. Messi a punto modelli digitali di previsione 

Pubblicato il 29 Mag 2024

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Ridurre i costi di accesso allo Spazio grazie all’utilizzo di veicoli spaziali riutilizzabili è uno degli obiettivi del progetto Amaca (Approccio multiscala per la modellazione di materiali Cmc e UhtCmc per componenti riutilizzabili per l’aerospazio) che con un percorso di oltre tre anni di ricerca ha compiuto passi significativi per lo sviluppo di veicoli in grado di effettuare in sicurezza missioni spaziali multiple senza aver bisogno di sofisticate misure di ispezione e manutenzione. 

Utilizzo della ceramica

Amaca ha definito metodi sperimentali e numerici per lo sviluppo di termostrutture in compositi ceramici (fibra di carbonio in matrice ceramica), in grado di resistere a elevate temperature (1000°C÷2000°C), cioè nelle condizioni tipiche del rientro da missioni spaziali, del volo ipersonico e degli apparati propulsivi. I materiali analizzati consentono di realizzare oggi, strutture leggere, di grande rigidezza, con caratteristiche di tolleranza al danno estremamente superiori a quelli delle comuni ceramiche. 

Il progetto Amaca è stato finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) ed è congiunto tra Politecnico di Milano, Cira (Centro italiano di ricerche aerospaziali), Issmc (Istituto di scienza, tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici) del Cnr e da Petroceramics.

Test a Napoli

Il progetto Amaca ha caratterizzato, modellato e sottoposto a prove in ambiente di simulazione della fase di rientro ipersonico, numerosi provini ed elementi strutturali, nei laboratori del Cira e dell’Università Federico II di Napoli. Il progetto ha migliorato la comprensione, mediante un’intensa campagna di prove sperimentali, dei meccanismi di danno e rottura, che possono pregiudicare l’integrità delle strutture, e messo a punto gli strumenti per prevederli, attraverso modelli digitali che consentono di eseguire prove virtuali in condizioni equivalenti a quelle operative. 

Risultati positivi

Grazie a tali strumenti, le strutture potranno essere progettate per garantirne la sicurezza anche in presenza di danni, originati dagli sforzi di origine termica e meccanica nelle fasi più critiche delle missioni, come il rientro in atmosfera. Il progetto Amaca, quindi, ha raggiunto risultati significativi per estendere una filosofia di progettazione basata sulla tolleranza al danno, oramai comunemente adottata nelle costruzioni aeronautiche, alle strutture di veicoli spaziali riutilizzabili realizzati con materiali innovativi.

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