L'APPROFONDIMENTO

New Space Economy, la sfida è tecnologica ma anche culturale

In occasione dell’evento “Puglia Spaziale” il punto sugli investimenti dei player di mercato italiani e sulle opportunità che si aprono con i fondi del Pnrr e del venture capital. La partita si gioca su servizi e applicazioni e sul campo della convergenza con la digital economy

29 Mag 2022

Mila Fiordalisi

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Dalla convergenza fra space e digital economy passando per la creazione di nuove competenze, dagli investimenti crescenti in ambito pubblico e privato allo sviluppo di un nuovo ecosistema nazionale: questi i temi su cui si sono accesi i riflettori dell’evento “Puglia Spaziale” (CLICCA QUI PER RIVEDERE L’EVENTO) che ha riunito a dibattito a Milano i protagonisti del mercato, esperti e docenti universitari su iniziativa dell’associazione “Pugliesi a Milano”- presieduta da Nicola Tattoli – che punta a creare un network di specialisti sul fronte space economy tenendo conto del ruolo importante che la Regione già vanta nel comparto posizionandosi in pole position in Italia sia sul fronte dell’industry sia delle iniziative di ricerca e innovazione attraverso un ecosistema di primissimo livello.

“Puntiamo a fare rete e creare opportunità, portare a Milano le idee che nascono sul nostro territorio di origine per far si che i progetti possano crescere – sottolinea Nicola Tattoli -. Con l’associazione vogliamo restituire alla nostra terra ciò che la città ci ha dato in termini di sinergia fluida, rendere la Puglia non un territorio del Sud e lontano ma un approdo verso l’economia del Mediterraneo. Lo Spazio è un tema importante e vogliamo mettere a fattor comune le competenze”. L’evento è stato occasione anche per premiare la startup Rea Spazio che ha avuto la meglio nel contest lanciato dall’Associazione.

Layla Pavone: “250mila pugliesi contribuiscono all’economia milanese”

All’evento, a fare gli onori di casa per la città di Milano, Layla Pavone, alla guida del Board per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune. “L’amministrazione è consapevole del contributo dei pugliesi a Milano, che ammontano a oltre 250mila su 1,5 milioni di abitanti e contribuiscono all’economia della città. La Puglia ha sviluppato poli tecnologici importanti e ha sviluppato competenze all’interno della regione. Nel board dell’innovazione è importante fare networking anche con momenti di confronto come questi soprattutto quando si parla di digitale transformation”.

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Quanto vale la space economy

La space economy è una catena del valore che parte dalle infrastrutture e approda ai servizi per una moltitudine di industry coinvolte. “Non esiste space economy senza una digital economy – sottolinea Angelo Cavallo, direttore dell’Osservatorio Space economy del Politecnico di Milano -. Il valore è al rialzo: mercato che vale 371 miliardi e a tendere può arrivare a mille miliardi nel 2040 secondo le previsioni di Morgan Stanley. Oggi parliamo di space economy grazie all’impulso di natura pubblica partendo dagli Usa nel 2015 con l’apertura al mercato e l’impulso di grandi innovatori, uno per tutti Elon Musk che ha messo in discussione gli assiomi della space industry. È riuscito ad abbassare di un ordine di grandezza i costi di lancio e la realizzazione andando verso il riutilizzo dei razzi. C’è poi il fattore fattore di ordine tecnologico con miniaturizzazione dei satelliti con tecnologie intelligenti. Un migliaio le startup a livello internazionale, 13,9 miliardi investiti lo scorso anno in startup space economy dai 5 miliardi del 2020. Il numero dei satelliti in orbita è cresciuto significativamente: 5987 al 2020 di cui il 54% di natura commerciale”.

La space economy in Puglia

Con circa 8mila addetti e oltre 500 imprese è già la regione capofila. Ma è sullo spazioporto di Grottaglie e sulle iniziative legate alla spinta delle startup che sono puntati i riflettori. L’assessore allo Sviluppo economico della Regione Alessandro Delli Noci e Gianna Elisa Berlingerio, Direttore del Dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia hanno svelato la roadmap in occasione dell’evento (LEGGI QUI L’APPROFONDIMENTO).

Le principali startup mondiali della space economy

Il ruolo del Distretto tecnologico dell’aerospazio

“La Puglia ha dimostrato di poter e saper cogliere la sfida ricucendo un insieme di grandi industrie delle partecipazioni spaziali con il coinvolgimento di operatori pubblici e privati – sottolinea Giuseppe Acierno, presidente e direttore generale Distretto Tecnologico Aerospazio -.Il processo di consolidamento è in via di evoluzione: sono sfide complesse, e l’approccio culturale non è da considerare secondario per attirare investimenti e sviluppare l’ecosistema. Siamo pronti a fare partire un incubation center, il primo del Mezzogiorno. La Puglia dimostra vivacità e solidità e lo dicono i numeri. Ci sono le condizioni per vincere nuove sfide”.

Space economy, la visione dell’università: dalle competenze all’open innovation

“Ogni anno 250 studenti che si iscrivono alla laurea specialistica in Ingegneria spaziale, un numero rilevante, che va a creare la base delle competenze di altissimo livello che servono alla space economy. Nella laurea in Spazio fra l’altro il 35% sono donne e c’è un elevato numero di studenti internazionali – evidenzia Giuseppe Quaranta, Professore Ordinario Ingegneria Aerospace Structures, Politecnico di Milano -. Sempre più studenti creano startup e la formazione è un elemento essenziale per la creazione di aziende che possano contribuire alla space economy. Quello che manca è però il trasferimento dei nostri studenti verso il Sud: puntiamo su stage formativi e mandiamo tanti studenti nel Nord Europa e negli Usa ma pochissimi nelle realtà interessanti che si stanno aprendo al Sud. Dobbiamo aprire più connessioni fra Politecnico di Milano e aziende che si occupano di space economy a livello nazionale per incrementare lo scambio”.

“Il contesto è in estrema evoluzione e sono due gli elementi rilevanti: ingresso di capitali privati con incremento dell’80% e l’ingresso di nuovi player – sottolinea Antonio Messeni Petruzzelli, Professore Ordinario Ingegneria Economico-Gestionale del Politecnico di Bari -. Quando si parla di new space economy si parla della possibilità di portare nel settore aziende non native spaziale sfruttando il digitale ma non solo. Uno degli aspetti rilevanti per incentivare il salto tecnologico è favorire l’ingresso di imprese non spaziali nello Spazio. Ci si sposta da un tema science e military a un tema business e engineering anche attraverso politiche di open innovation”.

Il ruolo dello Spazioporto di Grottaglie

“Potremmo trovarci in un’alchimia che ha reso il settore delle infrastrutture strategiche fondamentale. Stiamo mettendo in campo tutto il nostro sapere con il lavoro straordinario fatto negli anni per il lancio dello spazioporto. La politica ha tenuto la barra dritta, il ruolo del gestore dell’infrastruttura è quello di proporre a costi contenuti a tutte le aziende del distretto la possibilità di portare il know how a livello internazionale. C’è posto per tutti per la sperimentazione”, sottolinea Antonio Vasile, Presidente Aeroporti di Puglia nell’annunciare un imminente bando da 2 milioni di euro per gli space ports.

Space economy, la visione dell’industry e la liaison con la digital economy

“Le opportunità del Pnrr si stanno manifestando e siamo convinti di poterle intercettare grazie agli investimenti fatti negli anni – sottolinea Marco Molina, Managing Director Sales and Product di Sitael e a capo delle attività Spazio – Costruire satelliti ad altissima tecnologia richiede infrastrutture costose e corpose: 1200 mq di camera sterile dove integreremo 10 satelliti all’anno è un’attività partita negli anni scorsi. Ma grandi investimenti anche nelle risorse umane: la linfa delle idee viene dalle università e stiamo attivando la formazione di super tecnici fra Milano e Torino che potranno trovare occupazione stabile nella nostra azienda”.

Fra i “colossi” dell’IT consulting pugliese c’è Fincons Group. “Necessario il cambio generazionale per fare fronte alle nuove istanze del mercato. I nostri asset sono le persone, siamo in 1.800 e fatturiamo 220 milioni”, sottolinea il ceo Michele Moretti. La sede a Bari è operativa da diversi anni e conta 800 dipendenti, 350 sono a Vimercate circa 200 a Roma e il resto in altre sedi anche internazionali. “In estate apriremo a Bruxelles”, annuncia Moretti. Determinante la collaborazione con il mondo universitario “ma per avere successo non bastano neolaureati per questo abbiamo creato un processo per far tornare da Milano persone esperte e abbiamo creato dunque un connubio Bari-Milano. Abbiamo in campo molti investimenti, vogliamo creare un grosso edificio in zona aeroporto che prevede 1000 persone e la presenza di tante startup”.

“Ci sentiamo sempre delle startup nonostante operiamo sul mercato da 28 anni. Il settore Spazio è in una tempesta perfetta, ci sono evoluzioni che stanno completamente cambiando la catena del valore sia tecnologiche sia di processo – sottolinea Mariella Pappalepore, Chief Financial Officer e fra i soci fondatori di Planetek Italia -. Si sta rivoluzionando il modo di lavorare e di operare. Stiamo lavorando seguendo l’evoluzione. La riduzione dei satelliti non è banale: comporta minori costi e maggiore accesso alle missioni e ancor di più ci stiamo focalizzando nel portare intelligenza nel satellite. La distinzione fra upstream e downstream è sempre più evanescente. Il dato satellitare è poi solo un pezzo di un grande mondo di interazione con il digitale e le Tlc e ciò permette un utilizzo del dato satellitare per applicazioni impensabili solo fino a pochi anni fa”.

“Ci proponiamo come incubatore della convergenza – evidenzia Stefano Trentadue, Head Sales Manager, Utility e Oli&Gas di Exprivia -. Abbiamo una practice che sviluppa sistemi di terra per missioni spaziali e crediamo che tanto più acquisisca centralità il dato tanto più l’importanza della missione spaziale si traferisce in altri settori come ad esempio su quello dell’energia ma anche dell’insurance e delle istituzioni. Ci stiamo posizionando nello sviluppo di applicazioni e soluzioni destinate a offrire servizi che siano algoritmi, portali, sistemi complessi tenendo conto degli obiettivi del Pnrr”.

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