L’ultima è stata la Lettonia. Solo pochi giorni prima sono stati Malesia e Filippine a firmare gli Accordi Artemis. Si tratta dei principi quadro varati cinque anni fa per la cooperazione internazionale nell’esplorazione spaziale pacifica e sostenibile, promossi dalla Nasa e sottoscritti da numerose nazioni nel mondo per coprire aree quali la trasparenza, la condivisione dei dati scientifici, l’uso responsabile delle risorse spaziali e l’istituzione di “zone di sicurezza” per prevenire interferenze dannose.
L’allargamento ai due Paesi asiatici è stato reso nota dalla Casa Bianca, in una nota sulla visita del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a Kuala Lumpur, a fine ottobre.
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Il numero dei Paesi sale a 59
“Mantenendo una lunga tradizione di leadership degli Stati Uniti nello Spazio, Filippine e Malesia si sono impegnate a rispettare i principi di un’esplorazione spaziale sicura e trasparente firmando gli Accordi Artemis”, si legge nella nota. Nessun ulteriore commento è arrivato sia dal Dipartimento di Stato americano sia dai ministeri degli Esteri di Malesia e Filippine.
Con l’adesione della Malesia e delle Filippine, sono ora 59 i Paesi che hanno firmato gli Accordi di Artemis, di cui sette quest’anno e tre questo mese, dopo l’adesione dell’Ungheria lo scorso 22 ottobre.
Firma anche la Lettonia
Il numero è però salito ulteriormente con l’adesione della Lettonia. Con il governo di Riga che ha detto sì agli Accordi Artemis, portando la quota di Paesi aderenti a sessanta. L’esecutivo lettone ha annunciato il 31 ottobre che il Paese ha sottoscritto il programma di cooperazione internazionale per l’esplorazione spaziale nell’ambito degli sforzi volti ad aumentare la propria visibilità nel settore spaziale.
“La nostra adesione agli Accordi Artemis rappresenta un passo significativo verso una partecipazione più attiva alla comunità spaziale globale – ha detto Dace Melbārde, ministro dell’Istruzione e della Scienza della Lettonia -. Siamo orgogliosi di entrare a far parte di un gruppo di nazioni impegnate a esplorare e utilizzare lo Spazio in modo responsabile e sostenibile”.





