INDUSTRIA SPAZIALE

Commercial space, regole da rifare: negli Usa via alle consultazioni

Il National Space Council annuncia “sessioni di approfondimento” per le prossime settimane. Si punta a ragionare con l’industry su come sviluppare un quadro normativo ad hoc

04 Ott 2022

Nicola Desiderio

Diane Howard

Il governo statunitense vuole idee e proposte dall’industria spaziale per costruire il nuovo quadro destinato a regolare l’utilizzo commerciale dello spazio nei prossimi anni. Per questo istituirà “sessioni di approfondimento” nelle prossime settimane. Lo ha annunciato Diane Howard (nella foto), director of commercial space policy del National Space Council lo scorso 29 settembre nel corso di un intervento all’Advanced Maui Optical and Space Surveillance Technologies (Amos) Conference che si è tenuto a Maui, nelle Isole Hawaii.

L’impulso dato da Kamala Harris

L’iniziativa è la logica conseguenza di quanto dichiarato dal vice presidente statunitense, Kamala Harris, dapprima ad agosto e poi il 9 settembre in occasione dell’incontro ufficiale del National Space Council. Il numero due di Washington aveva in prima istanza definito “semplicemente sorpassate” le regole e, successivamente, sollecitato la raccolta di idee per sviluppare un nuovo quadro regolatorio per quelle attività spaziali che non si iscrivono nei sistemi attuali come la manutenzione dello spazio (in-space servicing) e la rimozione dei detriti.

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La supervisione dello spazio

Il termine indicato era di 180 giorni che, a conti fatti, vuol dire che l’amministrazione dello stato federale, per procedere, vuole avere un quadro chiaro della situazione entro la fine di febbraio. La Howard, riferendosi all’azione di sorveglianza da parte statale sulle attività delle società commerciali, ha parlato di “supervisione”. “Vorrei che voi iniziaste a pensare a questa supervisione: a che cosa deve assomigliare, quali sono i modi per esercitarla in modo significativo sulla fase operativa delle missioni che non appesantiscano il modello di business e non ostacolino l’innovazione”.

Controllare e non intralciare

L’orientamento è dunque esercitare un controllo non invasivo, ma comunque in linea con l’Outer Space Treaty che, per quanto vetusto – risale al 1967 – e bisognoso di un aggiornamento, rappresenta il quadro di regole internazionali per l’utilizzo dello spazio sia per scopi governativi sia per le attività commerciali, il cui peso è oramai diventato preponderante e destinato ad esserlo sempre di più. D’altro canto è il contenuto stesso del trattato ad imporre una disciplina del settore commerciale poiché la responsabilità in caso di violazioni è del paese cui l’operatore appartiene.

Il ruolo delle tecnologie Ssa

Diane Howard ha poi precisato che, se la prima fase delle sessioni si concentrerà sulle regole, la seconda verterà invece sulle modalità della loro implementazione. Parlando ad una platea esperta in sorveglianza dello spazio, ha aggiunto che la crescita delle competenze in questo campo giocherà un ruolo in questo processo di raccolta. “Do per scontato che la Ssa (Space Situational Awareness, ndr) e il coordinamento del traffico possano essere capaci di darci il loro aiuto per adempiere a questa impresa. Vorremmo ascoltare i vostri pensieri su come le capacità di questo settore possano fare la loro parte in questa attività di supervisione”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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