La Nasa si prepara a tornare al centro della scena internazionale con una mossa senza precedenti. Jared Isaacman, miliardario e astronauta privato, è il candidato scelto da Donald Trump per guidare l’agenzia spaziale americana.
Davanti al Congresso, Isaacman traccia una visione chiara e ambiziosa: riportare gli americani sulla Luna “prima del nostro grande rivale” e stabilirvi una presenza duratura, capace di generare vantaggi scientifici, economici e strategici.
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Duello con la Cina
Il riferimento, seppur implicito, è alla Cina, che negli ultimi anni ha accelerato il suo programma lunare con l’obiettivo di atterrare sul nostro satellite entro il 2030. Per Isaacman, l’America non può permettersi ritardi: serve un rilancio deciso, che combini tecnologia avanzata, propulsione nucleare e partnership commerciali. La Luna diventa così la prima tappa di un progetto più ambizioso: missioni verso Marte e lo spazio profondo, un orizzonte in cui l’innovazione privata e l’interesse nazionale si intrecciano.
Strada tortuosa
Ma la strada non è stata lineare. La prima nomina di Isaacman era stata ritirata qualche mese fa a causa di tensioni tra Trump e Elon Musk, proprietario di SpaceX, che avevano sollevato dubbi sull’opportunità di affidare la Nasa a un manager con legami troppo forti con il mondo privato.
Nel frattempo, l’Agenzia è stata guidata da un amministratore ad interim, mentre nuove aziende tentavano di inserirsi nella corsa ai contratti lunari, alimentando scontri pubblici e polemiche politiche.
Agenzia ibrida
Se confermato, Isaacman potrebbe imprimere alla Nasa una svolta radicale: un’Agenzia meno istituzionale e più ibrida, capace di mescolare scienza, imprenditoria e strategia geopolitica. Ma il rischio resta concreto: spinta imprenditoriale e ambizione commerciale potrebbero mettere in secondo piano la stabilità interna e la missione scientifica dell’agenzia.
Svolta decisiva
L’audizione al Senato diventa così un momento decisivo. La Nasa si trova davanti a un bivio: riprendere il ruolo di protagonista globale della corsa allo spazio o rimanere sospesa tra politica, affari e rivalità internazionale. E mentre la Luna torna al centro dei riflettori, l’America guarda oltre, verso Marte e oltre, pronta a misurare la propria ambizione contro quella dei concorrenti globali.






