LO SCENARIO

Settore spaziale britannico al bivio tra nuove opportunità e ostacoli



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Il governo di Londra ritiene che il settore spaziale sia un motore fondamentale per la crescita economica, ma per gli esperti del comparto riuniti al Connected Britain 2025 la collaborazione internazionale è fondamentale per il progresso

Pubblicato il 29 set 2025



Space Economy, Italia, Europa2

Il settore spaziale britannico è bilico tra opportunità e limiti. Ecco ciò che in estrema sintesi è emerso dal Connected Britain 2025, raccogliendo le voci degli addetti ai lavori che si sono confrontati in questo evento londinese.

Tra due fuochi

Mentre il governo mostra interesse a sviluppare le attività spaziali del Regno Unito per alimentare una crescita economica stentata, gli esperti avvertono che molti elementi dell’industria spaziale richiedono una collaborazione internazionale. Tuttavia, concordano sul fatto che il miglioramento della per-bit economics e il numero di casi d’uso porterebbero a un aumento della diffusione.

Le ambizioni del Paese sono elevate. Due anni fa l’Agenzia spaziale britannica ha commissionato uno studio che delineava un’opportunità di 2,7 miliardi di sterline entro il 2031 per quella che ha definito “infrastruttura spaziale sostenibile”, e il governo sostiene queste cifre.

Satelliti cruciali

Chris Bryant, ex ministro dello Spazio e ora ministro al Commercio e Industria, ha affermato in una dichiarazione del governo britannico ad agosto: “Non occorre essere uno scienziato missilistico per comprendere l’importanza dello spazio per l’economia britannica. Si tratta di un settore che attira investimenti nel Regno Unito e sostiene decine di migliaia di posti di lavoro qualificati in tutto il Paese, mentre quasi un quinto del nostro Pil dipende dai satelliti”.

Novità per l’Agenzia spaziale

Il governo britannico ha già rivelato che entro il prossimo aprile integrerà l’Agenzia spaziale britannica nel Dipartimento per la scienza, l’innovazione e la tecnologia (Dsit), anche se questa iniziativa è motivata principalmente dal controllo della spesa pubblica e dall’attenzione alla responsabilità, oltre che dal tentativo di allineare i team che guidano il settore spaziale.

Formazione e competenze

Paul Febvre, professore di sistemi spaziali alla Cranfield University, ha dichiarato ai delegati di Connected Britain che “il Regno Unito ha un patrimonio davvero solido che potrebbe essere utilizzato per costruire nuovi sistemi”, sottolineando che l’università sta aggiungendo contenuti satellitari in “molti dei suoi corsi” per garantire la disponibilità di competenze per il futuro.

Ricerca e sviluppo

Richard Thomason, consulente politico senior per le comunicazioni satellitari presso il Dsit, ha spiegato ai delegati presenti all’evento che le capacità di ricerca e sviluppo satellitare del Regno Unito sono “molto solide”, ma ha avvertito che il Regno Unito non può operare da solo in quello che ha definito un settore “molto costoso e molto impegnativo”, aggiungendo che i progressi potrebbero essere ostacolati dalla revisione della spesa pubblica da parte del governo.

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