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Space economy, Polimi: “Incentivare l’adozione di soluzioni e servizi da parte di imprese non spaziali”



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In audizione alla Camera i rappresentanti dell’Osservatorio del Politecnico di Milano chiedono anche di introdurre misure sul mancato rispetto dei termini di concessione. In Parlamento le principali associazioni e gli stakeholder

Pubblicato il 4 dic 2024



Space Economy, Italia, Europa2

“Il Piano e il Fondo per la space economy devono anche funzionare come catalizzatore dei servizi privati e istituzionali. Il Fondo però si concentra solo sull’offerta di iniziative spaziali e non prevede risorse per la domanda di iniziative spaziali (private o istituzionali) da parte di imprese non spaziali. Auspichiamo, quindi, misure che incentivino l’adozione di soluzioni e servizi basati sullo spazio da parte di imprese non spaziali”. Così i rappresentanti dell’Osservatorio space economy del Politecnico di Milano, in audizione in commissione Attività produttive alla Camera, nell’ambito dell’esame del Ddl space economy.

“Sul sistema autorizzativo, il testo non regolamenta il caso di mancato rispetto dei termini di concessione – hanno aggiunto -. Questo potrebbe rallentare il settore con impatti negativi su pmi e startup. Chiediamo quindi di introdurre criteri di chiara allocazione di responsabilità”.

See Lab Bocconi: “Serve sistema inclusivo per le imprese”

“Questo disegno di legge – ha detto Simonetta Di Pippo, direttrice dello Space economy evolution lab (See Lab) di Sda Bocconi – , rappresenta un’occasione unica per riformare e modernizzare il nostro ecosistema spaziale. C’è però bisogno di un sistema inclusivo che abbassi le barriere di ingresso per nuovi attori, soprattutto per le aziende nuove del settore e per quelle che provengono da settori adiacenti. Molte imprese faticano a trasformare gli investimenti pubblici in capitale durevole, a commercializzare i proprio prodotti in modo efficace e a coinvolgere investitori privati. Per un sistema realmente inclusivo serve una strategia nazionale integrata”.

Ice: “È utile sostenere l’internazionalizzazione del settore”

“Il Ddl prevede l’adozione di un Piano nazionale di durata quinquennale e l’istituzione al Mimit di un apposito Fondo per il 2024 e 2025. Le risorse del fondo sono destinate a promuovere l’attività nazionale nel settore. Ma riteniamo utile approfondire se tra gli obiettivo del piano nazionale ci siano anche aspetti legati all’internazionalizzazione delle imprese del settore spazio”. I rappresentanti di Ice (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) hanno anche affermato che “l’Italia ha un ruolo di grande rilievo nel settore spaziale”, evidenziando che “la filiera in Italia si caratterizza per la sua completezza: una filiera di eccellenza nota per la sua multidisciplinarietà”.

Altec Space: “Occorre allineare la normativa nell’Ue”

Un allineamento della normativa a livello europeo sarebbe positiva – hanno sottolineato i rappresentanti di Altec Space -. L’obiettivo finale è quello in cui ognuno di noi gioca la partita con le stesse regole. Iniziamo dall’allineare in Europa la normativa in modo da non provocare scompensi e non perdere il vantaggio competitivo che abbiamo. Dopo, invece, bisognerà confrontarsi con il mondo commerciale che è quello americano”.

Fondazione Amaldi: “Preoccupa il mercato assicurativo”

Per i rappresentanti della Fondazione Amaldi, “il Ddl prevede un obbligo di assicurare le attività spaziali autorizzate, ma evidenziamo che il mercato assicurativo del settore spaziale è complesso (molti operatori si sono ritirati dal mercato). Sarebbe complesso per le pmi avere garanzie a copertura delle attività. Propongo, quindi, un regime di eccezione sull’assicurabilità oppure di offrire loro la possibilità di essere contro garantiti da Sace, almeno in parte. Questo aiuterebbe lo spostamento del rischio”.

Rir Air: “Semplificare autorizzazioni e incrementare i fondi”

Secondo la Rete innovativa regionale aerospace innovation and research (Rir Air), “la legge non deve ingessare o complicare l’operatività delle imprese o creare barriere all’ingresso di nuove realtà. Bisognerebbe, quindi, mantenere la legge sui principi fondamentali e delegare i dettagli agli aggiornamenti successivi. Questi aggiornamenti devono essere fatti in concerto con le associazioni di categoria per rappresentare il punto di vista industriale”.

Tra i punti su cui intervenire, “è essenziale semplificare il processo autorizzativo, rendendo più snello con licenze pluriennali o specifiche per alcune operazioni seguendo modelli come quello statunitense”.

Inoltre, sarebbe necessario “allineare i massimali assicurativi agli standard europei”. E, ancora, sarebbe utile “incrementare le risorse del Fondo per l’economia dello spazio. Le dotazioni previste (20 milioni nel 2024 e 35 milioni per il 2025) sono insufficienti per sostenere la competitività del settore. Chiediamo, quindi, di incrementare le risorse e usare il fondo per coordinare fondi esistenti”.

Le Regioni: “Va agevolato l’accesso delle pmi nel settore”

“Porre eccessivi vincoli a livello nazionale potrebbe penalizzare il comparto. Si raccomanda, quindi di valutare quanto i requisiti oggettivi delle attività spaziali e quelli soggettivi generali e il procedimento autorizzativo possano essere stringenti e quanto rischino di creare barriere di ingresso al settore spaziale per le pmi scoraggiando quindi gli investimenti”. Lo ha detto in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, Andrea Maria Antonini, coordinatore della commissione per lo sviluppo economico e assessore della Regione Marche.

”Ci appare molto positivo il coinvolgimento delle Regioni nella fase emendativa”, ha aggiunto Antonini proponendo “di prevedere anche il parere delle Regioni per l’aggiornamento del piano nazionale per l’economia dello spazio”.

Prada: “Il Ddl colmerà una lacuna normativa”

“Il disegno di legge colma una lacuna normativa che era fondamentale colmare”. Così i rappresentanti di Prada Group, che hanno avviato una collaborazione con Axiom Space, perché “siamo da sempre interessati ad attività che arricchiscono il panorama culturale dell’azienda”.

“Abbiamo trovato il disegno di legge completo e soddisfacente nell’interesse delle aziende italiane che sono già il presente dello spazio – hanno concluso – Lo spazio è il presente, ma sarà sicuramente il futuro: crediamo che tra qualche anno lo spazio avrà un impatto sulla società simile a quello della rivoluzione digitale”.

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