IL PROGETTO

Tuta spaziale europea “Eurosuit”: test a bordo della Iss nel 2026



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Un prototipo innovativo di tuta intra-veicolare, sviluppato da Cnes, Decathlon, Medes e Spartan Space, sarà sperimentato sulla Stazione spaziale internazionale durante la missione Esa Crew-12. L’astronauta Sophie Adenot valuterà ergonomia, rapidità di vestizione e prestazioni in situazioni di emergenza

Pubblicato il 24 nov 2025



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Nel marzo 2026, la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) accoglierà un test europeo di grande rilevanza: la sperimentazione di Eurosuit, la prima tuta spaziale intra-veicolare ideata e realizzata interamente in Europa. Il progetto è frutto di una collaborazione tra l’Agenzia spaziale francese (Cnes), la startup Spartan Space, l’istituto medico-spaziale Medes e il marchio sportivo Decathlon.

Test in orbita nel 2026

A indossarla sarà l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Sophie Adenot, durante la sua missione Crew-12, prevista per il 2026. La tuta è progettata per essere impiegata nelle fasi critiche del volo – decollo e rientro – e svolgere funzioni di sicurezza essenziali: mantenere la pressione, garantire ossigeno in caso di perdita interna della capsula e permettere un’eventuale evacuazione in emergenza.

Facile da indossare

Un elemento di grande innovazione è la velocità con cui si può indossare o togliere la tuta: in meno di due minuti, senza assistenza. Questo primato nel settore spaziale potrà essere cruciale in situazioni di emergenza, migliorando la reattività dell’equipaggio.

Durante i test in orbita, Adenot valuterà l’ergonomia della suit: eseguirà manovre in microgravità, interagirà con oggetti piccoli, userà il touchscreen di bordo e misurerà quanto è agevole rimuovere il sistema. Il monitoraggio sarà affidato ai parametri vitali raccolti da sensori concepiti da Medes, per garantire un controllo in tempo reale dello stato dell’astronauta.

Strategia più ampia

Il progetto Eurosuit si inserisce in una strategia più ampia dell’Esa: anche se oggi non dispone di navette proprie, l’Agenzia guarda al futuro con il programma “Leo Cargo Return Services”, che prevede capsule riutilizzabili per il trasporto di materiale e potenzialmente di equipaggi. In tal senso, Eurosuit potrebbe essere un tassello per una futura indipendenza europea nei voli con equipaggio.

Prototipo a Osaka

Non è l’unica tuta europea in sviluppo: l’italiana ReaSpace ha presentato alla Expo 2025 di Osaka un prototipo di tuta Eva (Extra vehicular activity), chiamata “Futura Suit”, con materiali innovativi, sistema di auto-vestizione e design personalizzato per ogni astronauta. Questo dimostra come il continente punti non soltanto alla sicurezza interna delle capsule, ma anche alle passeggiate spaziali.

Passo concreto

La sperimentazione di Eurosuit rappresenta dunque un passo concreto verso una maggiore sovranità europea nell’esplorazione umana dello Spazio. Se il test avrà successo, potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di tute e veicoli spaziali progettati, costruiti e gestiti interamente da Europa.

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