IL CONFLITTO

Starlink attivo sull’Ucraina, Elon Musk risponde all’appello di Fedorov

SpaceX, su sollecitazione del vice primo ministro ucraino, ha spostato sui cieli del teatro di guerra 50 satelliti e attivato il proprio servizio Internet

01 Mar 2022

Nicola Desiderio

L’Ucraina chiama e Starlink risponde. Dal 26 febbraio è infatti attivo sul paese in guerra con la Russia il servizio di Internet satellitare di SpaceX. L’accensione praticamente immediata della rete sull’area è avvenuta per la sollecitazione, neppure troppo garbata, di Mykhailo Fedorov.

Per farla pervenire a chi di dovere, il vice primo ministro nonché ministro della trasformazione digitale ha scelto il canale preferito per colpire nel segno. “Mentre tu colonizzi Marte, la Russia prova ad occupare l’Ucraina! Mentre i tuoi razzi atterrano dallo spazio, i razzi russi attaccano civili ucraini! Ti chiediamo di fornire all’Ucraina le stazioni e di dire ai russi sani di mente di protestare” ha twittato Fedorov rivolgendosi direttamente ad Elon Musk. Il padre-padrone di SpaceX ha risposto 8 ore più tardi: “Starlink è ora attivo. Altri terminali in arrivo” alludendo non solo ai quasi 2mila satelliti già in orbita, ma anche a quelli che saranno lanciati il 3 marzo prossimo dalla piattaforma 39A del Kennedy Space Center della Nasa, in Florida. La rete Starlink di prima generazione, una volta a regime, sarà composta da 12mila satelliti a bassa orbita. Con la seconda generazione il numero salirà a 30mila.

Se SpaceX ha già provveduto a posizionare i suoi satelliti sull’Ucraina però non è ancora chiaro come i suoi cittadini potranno usufruirne. Per collegarsi infatti è necessario un kit composto da un antenna parabolica e un ricevitore del costo di 499 dollari e un canone mensile di 99 dollari per il servizio che garantisce una velocità di 100-200 megabits/secondo in download e una latenza di 20 ms. L’offerta premium (2.500 dollari di impianto più 500 di canone) arriva a 500 megabits/secondo. Lo scorso gennaio SpaceX ha fornito accesso gratis al proprio servizio all’isola di Tonga, nell’Oceano Pacifico, vittima di una grande eruzione vulcanica e di un’onda anomala. Grazie allo spostamento di 50 satelliti sull’area è stato possibile mantenere i contatti con i villaggi più isolati in attesa che i collegamenti fossero ripristinati.

Si è infine parlato molto del supporto alle truppe ucraine da parte degli stati occidentali attraverso le proprie reti satellitari, sia con satelliti militari specifici sia con i cosiddetti “dual-mode”, dunque utilizzati primariamente per scopi civili, ma pronti a fornire supporto militare. Non è chiaro se i satelliti Starlink siano di questo tipo anche se la loro architettura originaria (il cosiddetto bus) è stata concepita per scopi militari. L’arrivo dei terminali di SpaceX sui cieli dell’Ucraina verte dunque solo a permettere le comunicazioni ai civili o risponde ad altre finalità? In ogni caso, il Dipartimento della Difesa americano sta già studiando come realizzare una piattaforma capace di chiamare a rapporto tutti i satelliti a bassa orbita per farne una sorta di corpo di riservisti, pronto ad entrare in azione con funzioni tattiche sul campo utilizzando quella che, da sempre, è una delle armi più potenti: l’informazione.

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