L'INTERVENTO

Parmitano: “L’Esa deve dotarsi di maggiore autonomia o rischia di essere emarginata dalle sfide future”

Secondo l’astronauta italiano serve un sistema di trasporto indipendente: “Il budget è molto limitato, neppure un decimo della spesa della Nasa. Eppure il problema dei costi elevati non esiste più”

17 Feb 2022

Nicola Desiderio

L’Europa deve dotarsi di maggiore autonomia nelle politiche per lo spazio e deve costruire un sistema autonomo per portare astronauti altrimenti rischia di rimanere emarginata dalle prossime sfide spaziali. Lo sostiene Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) in un intervento allo Space Summit di Tolosa, in Francia, di fronte ai rappresentanti istituzionali dei singoli paesi che partecipano all’ente.

“L’Europa è tra i leader in alcuni settori dello spazio, come l’osservazione della Terra – ha detto Parmitano – ma nel settore dei trasporti ha un budget molto limitato, neppure un decimo della spesa della Nasa. L’ingresso di aziende ha dimostrato che l’accesso umano allo spazio può essere una sfida alla portata anche di budget limitati, il problema dei costi elevati non esiste più“. Per questo “abbiamo bisogno di un accesso umano autonomo allo spazio – ha continuato il primo italiano ad aver comandato la Stazione Spaziale Internazionale e ad aver passeggiato nello spazio – possiamo cambiare lo status quo oppure scegliere se continuare a delegare il trasporto umano a altri”.

Il punto sostenuto da Parmitano è: l’Unione Europea è all’avanguardia nello spazio, deve esserlo in pari misura anche per il trasporto umano dove le superpotenze come Stati Uniti e Russia hanno una lunga tradizione e dove si sta avvicinando la Cina. Se vogliamo essere pari a loro – e abbiamo la tecnologia per esserlo – dobbiamo curare anche tale aspetto. “Stiamo investendo molto nelle nuove sfide spaziali, come l’esplorazione della Luna o le applicazioni per migliorare la sostenibilità o combattere le sfide climatiche, ma ci manca un elemento centrale: l’accesso autonomo umano allo spazio”.

“Bisogna decidere adesso se l’Europa vorrà accelerare oppure rimanere un partner junior. Se decidiamo di restare in stand by, i costi dell’inazione saranno enormi, se perdiamo quest’opportunità unica di cambiare lo status quo continuando a delegare il trasporto umano ad altri attori, ripeteremo vecchi errori fatti in altri settori strategici, che ci rendono dipendenti da altri player come per l’energia o le information technologies. Noi siamo pronti – ha concluso Parmitano – abbiamo solo bisogno della decisione di investire”.

Il problema dunque è squisitamente politico, ma l’Esa sembra pronta anche a questa sfida. Lo indica in un video nel quale presenta i progetti e gli studi che si stanno compiendo in tale direzione e sono tra le proposte nell’Agenda 2025 dell’Esa della quale sta discutendo il Consiglio proprio a Tolosa. Il primo passo verso il sistema di trasporto spaziale umano europeo sarà Space Rider, navetta per missioni autonome in orbita di lungo periodo e della cui realizzazione sono stati incaricati nel 2017 la Thales Alenia Space e l’allora Elv (European Launch Vehicle), società costituita da Avio e Agenzia Spaziale Italiana (Asi) che oggi si chiama Spacelab.

Altri progetti di trasporto dell’Esa riguardano i futuri rover per l’esplorazione planetaria, per permettere di raccogliere campioni si rocce su Marte e, in prospettiva, per esplorare le lune ghiacciate dei giganti gassosi Giove e Saturno e cercare tracce di vita sotto gli spessi strati di ghiaccio che le rivestono.

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