Nuova battuta d’arresto per SpaceX e per il suo ambizioso progetto Starship: nella notte tra giovedì e venerdì (21 novembre), nel sito di Starbase in Texas, il primo stadio potenziato del razzo, noto come Super Heavy V3, ha subito un guasto durante un test preliminare.
L’anomalia è avvenuta durante una fase di pressione del sistema gassoso, provocando un cedimento strutturale e la fuoriuscita improvvisa di una nube di gas, come documentato da video durante la diretta dell’esperimento.
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Che cos’è successo
Secondo la ricostruzione fornita dall’azienda spaziale di proprietà di Elon Musk, il test era pianificato per verificare alcuni elementi rinnovati rispetto alle precedenti versioni del booster: in particolare, nuove miscele di propellente e una struttura in acciaio inossidabile. Il malfunzionamento si è verificato intorno alle 4 del mattino: il razzo si è deformato lateralmente, suggerendo che l’esplosione interna abbia compromesso l’integrità dell’involucro esterno.
Indagini sulle cause
SpaceX conferma l’“anomalia durante un test di pressione del sistema a gas” con una nota ufficiale, rassicurando che non ci sono stati feriti. La fase critica del test relativa alla resistenza strutturale, però, non era ancora stata avviata. Secondo la società, i suoi team tecnici avranno bisogno di tempo per analizzare i dati e stabilire con certezza l’origine del guasto.
Piani di volo
La notizia arriva in un momento delicato per il programma Starship, che fa leva su questo nuovo booster proprio per le missioni lunari con la Nasa. Il V3 era destinato a costituire uno dei pilastri della futura flotta impiegata per riportare esseri umani sulla Luna entro il decennio.
L’incidente potrebbe compromettere gli ambiziosi piani di volo: SpaceX aveva infatti annunciato l’intenzione di eseguire il test di volo numero 12 del razzo – il primo con la nuova configurazione – all’inizio del 2026.
Incidenti del passato
Non è la prima volta che Starbase, la struttura di prova texana, registra guasti durante esperimenti di stress o a causa di esplosioni. In passato, altri booster sono esplosi sul pad durante le prove, e uno di questi incidenti è stato particolarmente rilevante: i detriti raggiunsero il Messico e sollevarono controversie politiche alla frontiera.
Approccio test-to failure
Lo sviluppo della V3, spiega SpaceX, segue l’approccio “test-to-failure”: un metodo che prevede cicli di prova rapidi e continui per spingere al limite i componenti, imparando dagli errori e migliorando costantemente. Tuttavia, non è chiaro se l’azienda disponga già di un altro booster di identica configurazione da utilizzare come back-up.
Rischio ritardi
Con un episodio come questo, la corsa di SpaceX verso il lancio operativo del razzo per la Nasa potrebbe subire un ritardo. Ed è proprio questo il nodo più rilevante: il booster V3 è considerato centrale nelle missioni lunari future, che competono con i piani di volo di altri Paesi, come la Cina.





