Arriva dalla Cina un nuovo metodo per produrre acqua sulla Luna in vista delle future missioni umane: partendo da una tonnellata di regolite (la miscela di polvere e pietre di cui è composto il suolo lunare) si possono ottenere fino a 50 chilogrammi di acqua, una quantità sufficiente a riempire un centinaio di bottigliette da mezzo litro.
Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista “The Innovation” dai ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze guidati da Wang Junqiang al Ningbo Institute of Materials Technology and Engineering.
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Ricerca lunga decenni
La presenza diffusa di acqua sulla Luna è stata dimostrata da diverse ricerche condotte nell’ambito di varie missioni spaziali, da quelle del programma Apollo della Nasa (effettuate tra gli anni Sessanta e Settanta) fino alla recente missione cinese Chang’E-5 (che nel dicembre 2020 è tornata sulla Terra riportando quasi due chili di materiale lunare).
Difficile estrazione
Tuttavia, il contenuto di acqua nei minerali lunari è estremamente basso, compreso tra lo 0,0001% e lo 0,02%. Per questo motivo resta difficile estrarre e utilizzare l’acqua in situ sulla Luna. “Nel nostro studio – spiega Wang – abbiamo utilizzato campioni di regolite lunare riportati dalla missione Chang’E-5, cercando di trovare un modo per produrre acqua sulla Luna”.
Fondere la regolite
Grazie ai loro esperimenti i ricercatori hanno scoperto che, concentrando i raggi solari con un sistema di specchi concavi, è possibile scaldare la regolite lunare portandola a oltre 900 gradi: fondendone un grammo si possono ottenere tra i 51 e i 76 milligrammi di acqua. In altre parole, una tonnellata di regolite lunare potrebbe produrre più di 50 chili di acqua, sufficienti a soddisfare il fabbisogno giornaliero di 50 persone.
Acqua da bere
Tra i principali minerali lunari, l’ilmenite è quello con il contenuto maggiore di idrogeno che, portato dal vento solare, resta “impigliato” nella sua struttura reticolare unica. Queste scoperte potrebbero aprire una nuova strada per lo sfruttamento delle risorse lunari in vista delle prossime missioni umane. L’acqua potrebbe essere usata per bere e irrigare le colture, ma non solo: mediante un processo elettrochimico potrebbe essere scomposta in idrogeno, per la produzione di energia, e ossigeno, essenziale per respirare.
Acqua su Marte
Anche nella profondità delle rocce di Marte ci sarebbe intrappolata dell’acqua. Una quantità di acqua liquida sufficiente a ricoprire l’intera superficie con oceani profondi tra uno e due chilometri.
È quanto ha scoperto uno studio, guidato dall’Università della California a Berkeley, grazie a una serie di osservazioni compiute tra 2018 e 2022 dalla sonda Insight della Nasa che sono stati pubblicate sulla rivista “Pnas” dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana.