INNOVAZIONE

Satelliti, il Giappone lancia il primo prototipo in legno



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“Lignosat” nasce da un progetto dei ricercatori dell’Università di Kyoto, e punta a essere utilizzato nell’esplorazione della Luna e di Marte. Appena partito il primo lancio di test con SpaceX. Obiettivo finale: dimostrare l’affidabilità dei materiali rinnovabili per le missioni spaziali

Pubblicato il 5 nov 2024



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Il Giappone ha lanciato nello Spazio il primo satellite in legno al mondo. È un test per verificare l’uso di questo materiale per future missioni di esplorazione della Luna e di Marte.

LignoSat è il nome del satellite in legno sviluppato dall’Università di Kyoto e dal costruttore nipponico Sumitomo Forestry. Una missione di SpaceX ha trasportato sulla Stazione spaziale internazionale. Dalla Iss questo satellite poi sarà rilasciato in orbita a circa 400 chilometri sopra la Terra.

Grande come un palmo

Chiamato come la parola latina che significa “legno”, il LignoSat, grande come il palmo di una mano, ha il compito di dimostrare il potenziale cosmico del materiale rinnovabile.

“Con il legno, un materiale che possiamo produrre da soli, saremo in grado di costruire case, vivere e lavorare nello spazio per sempre”, ha detto alla Cnn Takao Doi, astronauta che ha volato sullo Space Shuttle e studia le attività spaziali umane all’Università di Kyoto.

Case in legno sulla Luna

Con un piano di 50 anni per piantare alberi e costruire case in legno sulla Luna e su Marte, il team di Doi ha deciso di sviluppare un satellite in legno certificato dalla Nsa per dimostrare che il legno è un materiale spaziale.

“Gli aeroplani dei primi anni del 1900 erano fatti di legno – ha affamato Koji Murata, professore di scienze forestali dell’Università di Kyoto -. Il legno è più resistente nello Spazio che sulla Terra perché non c’è acqua o ossigeno che lo farebbero marcire o infiammare”.

Maggiore sostenibilità in orbita

Secondo i ricercatori, un satellite in legno riduce anche l’impatto ambientale alla fine della sua vita. I satelliti dismessi devono rientrare nell’atmosfera per evitare di diventare detriti spaziali. I satelliti metallici convenzionali creano particelle di ossido di alluminio durante il rientro, mentre quelli in legno brucerebbero con un minore inquinamento

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