Lancia l’allarme Tom Jackson, vicepresidente esecutivo di Kymeta Corporation, società americana di Redmond leader mondiale nelle tecnologie di comunicazione satellitare: “Dagli attacchi informatici ai jamming, i nostri avversari hanno a disposizione una serie di strumenti per interrompere le comunicazioni fondamentali e una connettività affidabile. Con il ritmo accelerato dello sviluppo portato dall’intelligenza artificiale e dall’analisi dei dati, questi strumenti diventano ogni giorno più pericolosi”.
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No a reti singole
Jackson parte da questa fotografia in un lungo articolo dedicato a Difesa e comunicazioni satellitari pubblicato su Spacenews. Forte della sua esperienza di 30 anni nel settore aerospaziale, il numero due di Kymeta afferma che “per contrastare questo fenomeno e consolidare la propria posizione all’avanguardia nell’innovazione spaziale e della Difesa, gli Stati Uniti devono accogliere la domanda di sistemi di connettività, come comunicazioni flessibili e multicanale, che vadano oltre le capacità delle infrastrutture tradizionali, per evitare un’eccessiva dipendenza da reti singole e isolate”.
Maggiore resilienza
Nella sua analisi, Jackson rileva che “grazie alla rapida integrazione delle tecnologie emergenti, l’attuale panorama della Difesa è più interconnesso e complesso che mai. Questa realtà pone l’accento sulle infrastrutture tradizionali, che spesso non riescono a fornire il livello di prestazioni e resilienza che le capacità emergenti, come i sistemi multi-orbita e multi-rete, possono offrire. Questa carenza richiede un’attenzione urgente”.
Connettività sicura
“Nel panorama dei conflitti moderni, i requisiti di connettività dei campi di battaglia possono variare notevolmente – aggiunge -. Operando su terra, mare e aria, le operazioni militari odierne sono esposte a rischi specifici che possono compromettere gravemente le comunicazioni critiche per la missione”.
La forza dei sistemi ibridi
“I sistemi ibridi, come i terminali di comunicazione che costruiamo a Kymeta, capaci di passare da satelliti in orbita geostazionaria (Geo) a satelliti in orbita terrestre bassa (Lleo), consentirebbero a questi combattenti di connettersi a un satellite alternativo e di rimanere connessi – sottolinea Jackson -. La possibilità di passare dinamicamente dalla rete primaria a quella alternativa garantisce la continuità, prevenendo lo scenario peggiore di un’interruzione delle comunicazioni”.





