Il mercato dei satelliti in orbita terrestre bassa (Leo) è destinato a raggiungere i 20,69 miliardi di dollari entro il 2030, a partire dagli 11,81 miliardi nel 2025, con un tasso annuale di crescita composto del 11,9%.
È questa la previsione stilata da MarketsandMarkets nel suo nuovo report sui trend dell’industria satellitare globale per i prossimi cinque anni.
Il rapporto prevede che il settore dei satelliti Leo crescerà dalle 3.722 unità del 2025 alle 5.175 entro il 2030. Un aumento dettato da molteplici fattori.
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Internet satellitare: è boom
Anzitutto, secondo il report, si registra una crescente domanda globale dei servizi di internet satellitare. In particolare, nelle zone più remote e non ancora raggiunte dalla banda larga.
Del resto, sono sempre i governi che sono in prima fila per abbattere il divario digitale tra le zone urbane con un accesso a Internet e le zone rurali o montane dove la connessione è assente o molto lenta.
Questo è un impulso allo sviluppo di costellazioni di satelliti in orbita bassa su larga scala. Tra le ragioni del boom anche il sempre più diffuso utilizzo dei servizi di osservazione della Terra e la raccolta di dati analitici in settori chiave come: agricoltura, navigazione, previsioni meteo, Difesa e monitoraggio dei cambiamenti climatici.
Diffusione dei cubesat
Inoltre, il report di MarketsandMarkets evidenzia che la diffusione dei cubesat, resa possibile dal progresso tecnologia della microelettronica e da soluzioni di lancio con costi sempre più bassi, offre capacità di missione maggiormente flessibili.
Fame di banda larga
Dal momento che la connettività a banda larga sta diventando una necessità strategica per le aziende private e per le agenzie pubbliche e i governi l’espansione delle costellazioni satellitari in orbita Leo stanno assumendo un ruolo strategico sempre più importante.
Da ultimo, sulla base degli elementi raccolti nella loro ricerca, gli analisti di MarketsandMarkets prevedono che l’espansione dei satelliti in orbita terrestre bassa continuerà a crescere nei prossimi anni, rendendo non solo più ampio l’accesso a Internet, ma anche aumentandone la velocità e abbattendo i tempi di latenza.






