LA STRATEGIA

Autonomia spaziale: Svezia e Norvegia trainano la corsa in orbita dell’Europa



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Ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e dalla SpaceX di Musk per l’accesso allo Spazio. È la lezione appresa dalla guerra in Ucraina. Oltre alla base in Guyana francese, nei due Paesi scandinavi si accelera per allestire due centri per il lancio di razzi

Pubblicato il 14 lug 2025



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Svezia e Norvegia trainano la corsa dell’Europa per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti nei lanci spaziali. Con il potenziamento delle loro basi nell’estremo nord, i due Paesi scandinavi sono in pole position per assicurare un’autonomia europea nell’accesso alle orbite.

Indipendenza dagli Usa

La linea politica dell’America First del presidente statunitense Donald Trump e la guerra in Ucraina hanno spinto l’Europa a rafforzare le proprie capacità indipendenti in diversi settori, tra cui aerospazio e Difesa. La pressoché totale dipendenza dalle basi di lancio e dai razzi di SpaceX di Elon Musk sta spingendo l’Europa a trovare alternative al predominio a stelle e strisce.

Autonomia europea

“Abbiamo perso la competizione con Elon Musk… e sicuramente dobbiamo avere le nostre possibilità di lancio autonomo”, ha affermato alla Reuters Andrius Kubilius, Commissario europeo per la Difesa e lo Spazio. “Per questo lo sviluppo di possibilità di lancio sul continente europeo, sia in Svezia che in Norvegia, è molto importante”, ha aggiunto.

Montagna da scalare

Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, nel 2024, gli Stati Uniti hanno effettuato 154 lanci di hardware in orbita, mentre l’Europa ne ha effettuati solo tre. Secondo uno studio dell’Ue, l’anno scorso il Vecchio continente ha investito solo il 10% dei 143 miliardi di dollari di investimenti pubblici globali in iniziative spaziali.

Conquistare l’orbita bassa

Un rapporto di Goldman Sachs stima che nei prossimi cinque anni potrebbero essere lanciati 70.000 satelliti in orbita terrestre bassa, un aumento pari a dieci volte. I satelliti in orbita terrestre bassa sono più economici e offrono connessioni migliori, ma devono essere distribuiti in numero maggiore per massimizzare la copertura.

La base svedese

L’unico spazioporto europeo si trova nella Guyana francese, in Sud America. A 200 chilometri sopra il circolo polare artico, vicino al punto in cui convergono i confini di Svezia, Finlandia, Norvegia e Russia, c’è il Centro spaziale di Esrange, che sorge vicina a Kiruna, sede di una delle più grandi miniere sotterranee di ferro del mondo.

Lennart Poromaa, responsabile della base, che conta circa 130 dipendenti, fa sapere che i preparativi per i lanci orbitali sono a buon punto, con una nuova serie di rampe di lancio più grandi, hangar e strutture di ricerca in fase di allestimento.

“È necessario mettere a punto tutti i sistemi tecnici e poi ci saranno numerosi test – ha detto Poromaa -. Entro un anno o poco più, probabilmente l’intera base sarà pronta”.

Il centro norvegese

Dalla Svezia alla Norvegia: l’Andoya Spaceport rappresenta la migliore speranza dell’Europa di assicurarsi un accesso indipendente allo Spazio nei prossimi anni. Lo scorso marzo, Andoya ha effettuato il primo lancio di prova di un piccolo razzo prodotto dalla startup tedesca Isar Aerospace. Il centro di lancio novegese ha già ottenuto una licenza per 30 lanci all’anno e i primi voli si ipotizza che possano essere programmati nel 2026.

“Penso che l’Europa debba considerare tempistiche simili o addirittura più aggressive”, ha dichiarato alla Reuters un funzionario della Nato.

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