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Nuovi array per piccoli satelliti: la Space Force si affida a Solestial



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La startup americana dell’energia solare si aggiudica un contratto SpaceWerx da 1,2 milioni di dollari. L’azienda ottimizzerà le celle solari al silicio e i moduli di alimentazione per una rapida integrazione e assemblaggio

Pubblicato il 17 lug 2025



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SpaceWerx ha scelto l’americana Solestial. Il braccio commerciale della US Space Force si affida alla startup dell’Arizona specializzata in energia solare per lo Spazio per lo sviluppo di un nuovo concetto di ala con pannelli solari multiorbitali per piccoli satelliti.

Contratto da 1,2 milioni

Il contratto direct-to-phase II prevede un investimento di 1,2 milioni di dollari. Questo accordo consente a Solestial di ottimizzare le sue celle solari in silicio a bassa massa e resistenti alle radiazioni e i moduli di energia solare per una rapida integrazione e assemblaggio. Così come di sviluppare nuovi interconnettori elettrici per moduli e costruire e testare un’ala solare completa.

Produzione sprint

Il progetto culminerà in uno sprint produttivo di due settimane per la produzione di 1 kilowatt di celle e moduli solari, seguito da due settimane di assemblaggio e integrazione dell’array solare con l’obiettivo di dimostrare che è possibile produrre un’ala con array solare completa in un solo mese.

Nuove ricerche

“Questo contratto è un premio significativo per noi che porterà a ricerche e sviluppi fondamentali a beneficio della US Space Force – ha affermato Margo de Naray, ceo di Solestial -. I lunghi tempi di produzione hanno afflitto la tecnologia solare esistente per lo Spazio. Grazie all’uso di silicio economico e accessibile e alla produzione automatizzata di celle solari e moduli di energia solare, Solestial è in una posizione unica per risolvere questo critico collo di bottiglia e supportare la prontezza delle missioni”.

Continua crescita

Finora, Solestial ha ottenuto contratti per oltre 7 milioni di dollari nell’ambito del programma Small Business Innovation Research (Sbir) dall’US Space Force, dall’US Air Force, dall’Air Force Research Laboratory, dalla Nasa e dalla National Science Foundation.

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