Un satellite grande poco più di una valigetta, destinato a diventare il primo mattone della nuova architettura europea per la navigazione in orbita bassa. È Pathfinder A, il 16U realizzato da German Orbital Systems (Gos) che nel primo trimestre del 2026 aprirà la strada alla missione Celeste, il programma Leo-Pnt dell’Agenzia spaziale europea (Esa) pensato per affiancare e potenziare i servizi oggi garantiti da Galileo. Ma, prima ancora del debutto nello Spazio, il piccolo veicolo avrà una “scorta” digitale: quella di Neuraspace, società portoghese specializzata nella gestione del traffico orbitale.
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Monitoraggio delle orbite
L’azienda fornirà un sistema automatizzato capace di monitorare in tempo reale le orbite circostanti, analizzare i rischi di avvicinamento e calcolare eventuali manovre correttive. Una forma di vigilanza continua, ritenuta necessaria sia per proteggere il satellite sia per rispettare le nuove regole europee sul contenimento dei detriti spaziali. È un tema divenuto urgente negli ultimi anni, con la proliferazione dei megaconstellations e l’aumento degli allarmi di collisione che costringono gli operatori a un monitoraggio costante.
Supporto di lancio
Nel pacchetto di servizi rientrerà anche il supporto al lancio e alla fase iniziale delle operazioni: la piattaforma di Neuraspace userà sistemi di tracciamento ottico e dati Gnss per ricostruire la traiettoria con maggiore precisione, riducendo i margini di errore nel momento più delicato della missione.
Migliore protezione
“Per un dimostratore in orbita non sono ammessi imprevisti: serviva la migliore protezione possibile – ha spiegato Elena Eyngorn, amministratrice delegata di Gos -. La sicurezza operativa è un requisito essenziale, dall’accensione dei sistemi fino al rientro finale”.
Dalla società portoghese arriva la conferma della crescente domanda di strumenti capaci di rendere più affidabili e resilienti le operazioni satellitari. “L’Europa sta puntando sulla navigazione in orbita bassa, e questo richiede standard di sicurezza elevatissimi”, ha dichiarato la ceo Chiara Manfletti.
Localizzazione precisa
La missione Celeste, guidata dal consorzio Thales Alenia Space, servirà a verificare come una costellazione Leo possa migliorare la precisione dei servizi di localizzazione e il tempo di acquisizione del segnale, soprattutto nei contesti più critici: auto autonome, droni, mezzi marittimi, sincronizzazione delle reti 5G e 6G. Obiettivo finale: ridurre consumi, emissioni e aumentare l’affidabilità delle infrastrutture digitali europee. Un passo tecnico, ma anche politico, verso una più solida autonomia strategica nello Spazio.





