L’Italia prende posizione al centro dello Spazio europeo. Con la due giorni del Consiglio ministeriale 2025 (CM25) dell’Esa (Agenzia spaziale europea) in corso a Brema – primo appuntamento dopo il quinquennio di presidenza tedesca – l’Italia assume la guida dei lavori. In quanto Autorità delegata per le politiche spaziali, il ministro delle Imprese e del Mady in Italy, Adolfo Urso, ha voluto segnare fin da subito un cambio di passo: l’Agenzia, ha dichiarato, deve diventare un “partner chiave” per l’Europa, assieme alla Commissione, per garantire autonomia, competitività e sviluppo del settore aerospaziale.
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Pubblico e privato
Nel suo intervento, Urso ha sottolineato che il contesto internazionale – segnato da tensioni geopolitiche e dalla corsa tecnologica globale – rende urgente una strategia europea condivisa. Secondo il ministro, l’Europa non può più limitarsi a confrontarsi con i concorrenti globali come Stati-nazione: la competizione si gioca ora anche tra soggetti privati e tra sistemi industriali integrati, nei quali le imprese nazionali devono essere “competitive a livello internazionale”.
Si tratta di un obiettivo ambizioso, che richiederà di rafforzare la cooperazione fra l’Esa e l’Unione europea in settori fondamentali per la “space economy”: dai lanciatori ai satelliti, dall’osservazione della Terra alle telecomunicazioni, fino all’esplorazione spaziale, comprese missioni verso Luna e Marte.
Più fondi dall’Italia
Per farlo, l’Italia intende riproporre un impegno economico significativo: già nel precedente Consiglio ministeriale del 2022 aveva versato quasi 3,2 miliardi di euro. Ora, grazie anche a una recente delibera del Comitato interministeriale per le politiche spaziali e aerospaziali, Roma prepara un contributo ancora più consistente per il triennio 2026-2028, in linea con la rilevanza strategica che attribuisce al settore.
Autonomia strategica
L’asse della cooperazione, secondo gli interlocutori italiani, non è esclusivamente industriale o economico. Urso, come già in precedenti incontri con funzionari dell’Esa, ha sostenuto che il rafforzamento del settore spaziale contribuisce all’autonomia strategica dell’Europa, anche in termini di sicurezza, resilienza tecnologica e sovranità infrastrutturale.
Priorità future
La presidenza italiana del Consiglio ministeriale assume dunque un valore simbolico e concreto: è l’occasione per definire le priorità dell’Europa spaziale nei prossimi anni, in un momento in cui la competizione globale si gioca anche – forse soprattutto – sopra le nostre teste.
Per l’Italia, non è solo una questione di prestigio: ciò che si decide a Brema può determinare commesse, ricerca, occupazione e leadership tecnologica nel prossimo decennio.






