OSSERVAZIONE DELLA TERRA

Nuovi modelli Ibm-Esa per mappare incendi e alluvioni con precisione



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Un dataset globale e strumenti open source messi a punto dalla multinazionale dell’informatica e dall’Agenzia spaziale europea migliorano la capacità di leggere dall’alto gli effetti delle calamità. Dati ottici, radar e altimetrici combinati per interventi più rapidi e strategie di ricostruzione più sicure

Pubblicato il 27 nov 2025



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Le immagini dei roghi che l’anno scorso hanno devastato la Bolivia – un’area pari alla superficie della Grecia – sono diventate uno dei casi emblematici utilizzati per sviluppare ImpactMesh, il nuovo dataset globale realizzato da Ibm Research ed Agenzia spaziale europea (Esa). Uno strumento open source progettato per rafforzare la risposta alle calamità naturali, sempre più frequenti e violente con l’aumento delle temperature.

Approccio multimodale

Il dataset raccoglie centinaia di eventi estremi degli ultimi dieci anni, documentati dalle missioni Sentinel del programma europeo Copernicus. Per ogni area colpita sono forniti tre livelli di informazione: immagini ottiche, dati radar capaci di penetrare nuvole e fumo, e mappe altimetriche che aiutano a interpretare la dinamica dell’acqua o la propagazione delle fiamme. Un approccio multimodale e multi-temporale, che mostra con chiarezza il “prima” e il “dopo” di alluvioni e incendi.

Performance superiori

Partendo da questo patrimonio, i ricercatori hanno aggiornato TerraMind, il modello di intelligenza artificiale geospaziale sviluppato congiuntamente da Ibm ed Esa. Affinato con le informazioni integrate di ImpactMesh, il sistema ha ottenuto performance superiori rispetto ai modelli basati su singole immagini satellitari, con un miglioramento stimato di almeno il 5% nella mappatura dei danni.

Valutazione dei rischi

L’obiettivo è fornire strumenti più affidabili a protezione civile, enti locali e comunità scientifica. Le applicazioni vanno dalla pianificazione degli interventi immediati alla valutazione dei rischi per la ricostruzione, fino alla definizione di nuove mappe di pericolosità. “Solo una collaborazione aperta può garantire una comprensione più rapida e accurata di come i disastri plasmano il territorio”, spiegano i ricercatori coinvolti.

Nuovi archivi geospaziali

Accanto al dataset arriva anche TerraKit, un pacchetto open source pensato per facilitare la creazione di nuovi archivi geospaziali e l’aggiornamento dei modelli. Tutti gli strumenti sono disponibili con licenza Apache 2.0 su piattaforme pubbliche. Un passo ulteriore verso un’osservazione della Terra più accessibile e, soprattutto, utile ad affrontare un pianeta che cambia con velocità crescente.

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