Con l’entrata in funzione del sistema Dfan (Direct field acoustic noise), l’Italia compie un significativo salto di qualità nel settore aerospaziale. A poche settimane dall’installazione nel sito del Centro italiano ricerche aerospaziali (Cira) di Capua, lo stabilimento è pronto a replicare in scala reale le condizioni sonore devastanti cui sono sottoposti satelliti e piattaforme spaziali durante il lancio.
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Infrastruttura operativa
Il programma, sostenuto dall’Asi (Agenzia spaziale italiana) nell’ambito del piano nazionale Pnrr – Space Factory 4.0, trasforma un’esigenza tecnica in una reale infrastruttura operativa. Dfan, distribuito in struttura modulare e mobile, è stato trasportato dagli Stati Uniti; installato, collaudato e certificato, mette oggi il sistema italiano nelle condizioni di qualificare orbitali senza passare per laboratori esteri.
Minori costi
Il valore aggiunto – come spiegano gli esperti coinvolti – è nella capacità di portare il test “fin dentro la fabbrica” delle imprese aerospaziali. Nessun componente dovrà affrontare viaggi lunghi e rischiosi verso centri di prova stranieri: tempi di consegna più rapidi, costi e complessità logistico-contrattuali ridotti al minimo.
Test ultra precisi
Sul piano tecnico, Dfan impiega array circolari di altoparlanti ad alta potenza, microfoni e accelerometri, gestiti da sistemi avanzati di controllo. Il risultato: pressioni sonore superiori ai 140 decibel per durate paragonabili a un lancio reale, con la capacità di ospitare oggetti di considerevole massa e dimensioni. Una prova cruenta, necessaria per garantire che un satellite resista alle sollecitazioni iniziali del volo.
Hub nazionale
Con questo impianto, il Cira non è più solo centro di ricerca, ma diventa hub di certificazione spaziale nazionale. L’Italia accorcia le distanze tra idea, progetto e validazione tecnica, rafforzando la propria autonomia in un settore strategico. In un contesto europeo in cui crescono le partenze per Marte, orbite alte, mini-satelliti e mega-costellazioni, avere un banco di prova di questa importanza può determinare la competitività di un’intera industria.
Nei dossier del settore già si parla di moduli aggiuntivi, sistemi con frequenze più ampie, capacità di testare carichi maggiori. Se questi sviluppi si concretizzeranno, Dfan potrà giocare un ruolo chiave nella prossima generazione di missioni spaziali.






