Una firma che guarda all’orbita per curare le ferite della Terra. L’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha siglato un accordo con i commissari straordinari di Taranto e della Terra dei Fuochi per usare satelliti e tecnologie spaziali nella lotta all’inquinamento.
Il progetto punta a monitorare dall’alto le aree più contaminate, raccogliendo dati che finora era possibile ottenere solo con ispezioni lente e costose. Tra gli strumenti messi a disposizione ci sono il satellite iperspettrale Prisma, i radar Cosmo-SkyMed e la futura costellazione Iride, capaci di osservare vaste zone e individuare inquinanti con precisione.
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Valore concreto
Per chi vive nei territori colpiti, la notizia assume un valore concreto. A Taranto, dove le emissioni industriali hanno segnato decenni di storia, molte famiglie sperano che questa tecnologia acceleri le bonifiche e riduca i rischi per la salute. A Caivano e nell’area napoletana della Terra dei Fuochi, cittadini e associazioni attendono dati certi per denunciare discariche abusive e controllare le sostanze tossiche presenti nel suolo.
Visione complessiva
Secondo Teodoro Valente, presidente dell’Asi, l’uso dei satelliti non sostituisce le analisi tradizionali, ma le integra: “Offre una visione complessiva e aggiornata delle aree critiche. È uno strumento prezioso per decisioni più rapide ed efficaci”.
Il commissario straordinario per Taranto, Vito Felice Uricchio, ha parlato di “capacità diagnostica senza precedenti”, mentre il sub-commissario per la Terra dei Fuochi, Col. Nino Tarantino, ha definito l’accordo “un passo concreto, non retorico, verso bonifiche mirate e tempestive”.
Cambio di paradigma
L’intesa rappresenta anche un cambio di paradigma. Finora, la gestione dei siti contaminati si basava su sopralluoghi e analisi a terra, spesso lente e frammentarie. Ora, la tecnologia satellitare permetterà di individuare rapidamente fonti di inquinamento, pianificare interventi mirati e verificare i risultati in tempo reale.
Resta da vedere quanto velocemente i dati si trasformeranno in azioni tangibili sul territorio. Ma per chi abita le zone più colpite dall’inquinamento, il messaggio è chiaro: il cielo potrebbe diventare l’alleato più concreto nella lotta alla contaminazione.






