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E-commerce al ralenti, Amazon corre ai ripari e ottimizza gli spazi sugli aerei

Il gigante di Seattle starebbe integrando i carichi da Alaska e Hawaii per migliorare l’utilizzo della propria flotta e abbattere i costi

29 Dic 2022

Nicola Desiderio

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Amazon sta tentando di riempire i propri aerei con ananas e salmoni. La notizia riportata dall’agenzia Bloomberg sta già facendo il giro del mondo e arriva da fonti interne alla grande azienda fondata da Jeff Bezos che sta cercando di ottimizzare i costi nel momento in cui gli effetti della pandemia stanno calando e l’e-commerce rallenta.

Ottimizzare gli spazi

Si tratterebbe dunque di ottimizzazione degli spazi e degli immobilizzi in mezzi di trasporto in un periodo in cui Amazon sta vivendo un rallentamento con una riduzione dei profitti netti dopo un periodo di boom che aveva portato al loro sostanziale raddoppio tra a fine del 2019 ed oggi con effetti evidenti anche sul valore in borsa: basti dire che il 9 marzo del 2020 le azioni valevano meno di 90 dollari e il successivo 24 agosto oltre 170.

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Il ridimensionamento del personale

A ieri invece sta sotto gli 82 dollari dopo un calo praticamente costante dallo scorso agosto. E le previsioni non sembrano rosee visti i piani di ridimensionamento del personale, tra quelli già attuati ed annunciati. Secondo quanto rivelato dal New York Times lo scorso novembre, Bezos avrebbe già tagliato quasi 80mila unità tra aprile e settembre e starebbe congedando altre 10mila persone su un totale di oltre 1,5 milioni di dipendenti a livello globale.

Aws, Blue Origin e Kuiper

La crisi ha colpito anche i settori a più alto tasso di tecnologia come Amazon Web Services (Aws) che fornisce servizi di cloud computing anche per il settore spaziale dove invece il gigante di Seattle si sta ora concentrando per il lancio di Kuiper, la propria rete satellitare a banda larga. In portafoglio c’è anche Blue Origin i cui piani però vanno a rilento, sia per i voli suborbitali e il turismo spaziale sia per i vettori di lancio tanto che Amazon dovrà affidarsi anche ad altri operatori per i satelliti di Kuiper.

Flotta aerea in espansione

Per i voli terrestri, Amazon Air invece ha una flotta di circa 100 aerei dislocati tra Stati Uniti ed Europa e, stando a fonti interne, starebbe discutendo con la società Air Transport Services Group sul rinnovo del leasing per alcune unità. Allo stesso tempo, in ottobre ha annunciato l’arrivo di altri Airbus A330-300 per il prossimo anno in collaborazione con la Hawaiian Airlines. Ed è proprio dalle Hawaii e dell’Alaska che i velivoli da trasporto di Bezos avrebbero già iniziato a imbarcare ananas e salmoni per riempire gli spazi vuoti.

Il nuovo polo logistico

Amazon ha inoltre aperto nell’agosto del 2021 un nuovo snodo logistico presso il Cincinnati/Northern Kentucky International Airport dove ha investito 1,5 miliardi di dollari. Queste mosse avevano alimentato speculazioni secondo cui Amazon si sarebbe dedicata alle consegne di pacchi facendo concorrenza a giganti come FedEx e Ups. Identiche voci ci furono già nel 2016 quando Amazon presentò la propria compagnia aerea Amazon Prime Air – poi ribattezzata senza il Prime che tuttavia appare ancora sulle livree – il cui dimensionamento e disclocamento sono nettamente inferiori ai suoi potenziali concorrenti.

Le merci in aria rallentano

Anche il settore dei trasporti aerei cargo sta rallentando. La Iata prevede un giro di affari di 149,5 miliardi nel 2023, ben 52 in meno rispetto a quest’anno in chiusura, ma tuttavia sempre 48,6 in più rispetto al 2019. Nel frattempo i tassi di utilizzo e di crescita dei voli di Amazon avrebbero raggiunto il loro punto più basso dal 2020 secondo quanto affermato dai ricercatori DePaul University’s Chaddick Institute for Metropolitan Development che monitorano l’attività aerea di Amazon da quella data.

Come reagisce il business

Allo stesso tempo, lo scorso 20 dicembre la FedEx ha annunciato una riduzione delle spese per 3,7 miliardi per il 2023 aumentando il tasso di digitalizzazione, ribilianciando l’utilizzo della propria flotta aerea e affidandosi a operatori terzi. Tra questi, chissà che non possa esserci proprio Amazon, in grado di offrire spazi sui propri velivoli oltre ad una struttura logistica di dimensioni globali.

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