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Costellazioni satellitari, l’Australia spinge su Skykraft e prova a recuperare il ritardo

Il governo di Canberra si prepara a mandare in orbita i primi satelliti per il controllo del traffico aereo. Sul piatto 775 milioni di euro: il progetto è parte del programma federale che ha l’obiettivo di costituire una filiera industriale per la space economy.

27 Ott 2022

Nicola Desiderio

Skykraft 2

Anche l’Australia spinge sulla space economy e si prepara a mandare in orbita la sua prima costellazione chiamata Skykraft formata da 210 satelliti con lo scopo di supportare il controllo del traffico aereo. Lo ha annunciato il capo dell’Australian Space Agency, Enrico Palermo, in occasione della 14ma edizione dell’Australian Space Forum tenutosi ad Adelaide lo scorso 25 ottobre.

Oltre 200 satelliti per il traffico aereo

La nuova costellazione prenderà il via all’inizio del prossimo anno con la messa in orbita dei primi cinque satelliti di validazione con le unità definitive che avranno un peso di 300 kg facendone il satellite più grande nella storia dell’aerospazio australiano. Skykraft sarà la prima costellazione sviluppate e costruita in Australia permettendo di ottimizzare il traffico aereo dal punto di vista dei consumi e delle emissioni.

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Costruiti a Canberra

I satelliti Spacekraft sono costruiti presso l’Unsw Canberra City campus e si prevede che 45 saranno completati entro la metà del 2023 e 120 nella seconda metà. Almeno parte del programma di lanci sarà a carico di SpaceX e nel 2024 dovrebbero essere ultimati e lanciati tutti i satelliti con l’entrata in funzione a regime della costellazione. Uno dei satelliti Spacekraft intanto è stato esposto presso l’Australian Space Discovery Centre di Adelaide.

In funzione entro il 2024

La previsione era di completarne almeno cinque per il 30 giugno scorso e altri 20 entro l’anno, ma si sono accumulati ritardi che hanno spostato il primo lancio, inizialmente previsto la fine del 2022, alla prima parte del 2023. Il progetto è finanziato per 1,2 miliardi di dollari australiani (775 milioni di euro) e parte di un programma federale che ha l’obiettivo dichiarato di costituire una filiera industriale per la space economy.

Da uno spin-off della University of Wales

Il programma prevede 100 progetti e il coinvolgimento di università, centri di ricerche, aziende e attività di incubazione per start-up. Una di queste è proprio Skykraft, figlia di uno scorporo dalla University of South Wales avvenuta nel 2017. Tra le funzioni della nuova costellazione che saranno attivate in un periodo successivo ci sono le comunicazioni per voce, dati e messaggistica, sempre per il traffico aereo.

Kanyini, per osservare dall’alto

Altro progetto di rilievo è Kanyini, piccolo satellite di osservazione sostenuto dal governo dello stato del South Australia ed è portato avanti da un consorzio condotto dalla Myriota, azienda specializzata nella IoT satellitare con base ad Adelaide. Ne fanno parte anche la Inovor Technologies, specializzata in satelliti, e lo SmartSat Cooperative Research Centre (SmartSat Crc), un consorzio di università e centri di ricerca.

Nome e spirito aborigeno

Il nome, scelto dalle scuole australiane dopo un concorso, è una parola del dialetto Pitjantijatjiara parlato dagli aborigeni e che indica il principio dell’amore incondizionato e della responsabilità verso il creato. La particolarità di Kanyini è che riesce a monitorare il territorio attraverso dispositivi IoT a Terra e una telecamera iperspettrale capace di rilevare anche il fumo e il grado di umidità del terreno.

Sotto controllo acque e incendi

In questo modo Kanyini terrà sotto controllo da 500 km di altitudine la qualità delle acque, la salute dei raccolti e, soprattutto, gli incendi, aspetto storicamente molto sentito in Australia per le dimensioni che essi possono assumere su un territorio ampio e selvaggio come quello australiano. Anche in questo caso provvederà un vettore SpaceX a portarlo in orbita, entro la fine del 2022.

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